Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso poco sotto la parità (-0,1%), sottoperformando sia l’indice Ftse Mib (+0,3%), sia l’indice europeo Euro Stoxx 600 Utilities (flat).
Tra le Big, fa meglio Hera (+0,8%) che ha pubblicato i risultati consolidati relativi all’esercizio 2018. L’Ebitda riporta un incremento del 4,7% a 1 miliardo. Il conto economico si chiude con un utile netto in aumento a doppia cifra dell’11,2% a 296,6 milioni. Il Cda proporrà ai soci un dividendo di 10 centesimi per azione, in crescita rispetto ai 9,5 centesimi distribuiti a valere sul risultato del 2017, coerentemente a quanto già annunciato nel Piano industriale. Lo stacco della cedola avverrà il 24 giugno 2019, con pagamento a partire dal 26 giugno 2019.
Segue Enel (+0,2%) che, in vista dell’assemblea straordinaria convocata per il prossimo 30 aprile della controllata cilena Enel Américas per deliberare un aumento del capitale fino a 3,5 miliardi di dollari Usa, da sottoscrivere interamente in denaro, si sta preparando per esercitare gli swap che le consentiranno di incrementare del 5% la propria partecipazione nella controllata cilena. La quota in Enel Américas passerebbe così al 56,8% dall’attuale 51,8 per cento.
In coda Italgas, in flessione dello 0,9 per cento.
Tra le Mid, ben comprata Falck Renewables, che porta a casa il 2,7 per cento.
Poco sopra la parità Erg (+0,2%), che ha autorizzato l’emissione di uno o più prestiti obbligazionari, non convertibili e non subordinati, che potranno anche qualificarsi come “green bond”, con un taglio minimo di 100mila euro per un controvalore complessivo nominale massimo di 500 milioni.
In coda Iren che chiude in flessione dello 0,6 per cento.
Tra le Small, acquisti su Acsm-Agam (+2,5%) in attesa dei conti relativi all’esercizio 2018.
Si segnala che L’Arera ha annunciato la riduzione delle bollette dell’energia per i clienti in tutela, per il secondo trimestre del corrente anno, con validità dal prossimo 1° aprile. Il calo interesserà sia l’energia elettrica sia il gas, rispettivamente dell’8,5% e del 9,9%, ed è legato prevalentemente alla contrazione dei prezzi delle materie prime nei mercati all’ingrosso dell’energia, nazionali e internazionali.