Il Ftse Italia Banche termina con un lieve rialzo dello 0,1% e in linea all’analogo europeo (+0,2%), non impedendo però al Ftse Mib (-0,5%) di chiudere in calo.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, le cui stime sono state tagliate ulteriormente dal Fmi (dal +3,5% al +3,3%), in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale. I segnali sembrano positivi. Nel frattempo, il presidente americano Donald Trump ha minacciato l’introduzione di tariffe su beni europei.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, con il premier inglese, Theresa May, al lavoro con il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, per definire un accordo che possa essere approvato dal parlamento britannico, che aveva fatto richiesta di posticipare l’uscita al 30 giugno sperando di arrivare con una nuovo proposta entro oggi 10 aprile. Il Consiglio UE ha proposto il rinvio flessibile di almeno un anno.
Per quanto riguarda l’Italia, nella bozza Def discussa ieri in consiglio dei Ministri il Governo ha rivisto le stime di crescita per il 2019 allo 0,2% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,4% dal 2,04 per cento. Inoltre, il Fmi ha tagliato le stime di crescita del nostro Paese allo 0,1% dallo 0,6 per cento.
Il comparto bancario, grazie anche allo spread Btp-Bund sceso poco sotto i 260 pb (fonte Mts Markets), è riuscito a resistere. Nella giornata di ieri, inoltre, Bankitalia ha pubblicato le statistiche relative alle sofferenze di febbraio, che risultano sostanzialmente stabili rispetto al mese precedente.
Seduta positiva per i titoli del Ftse Mib, tra i quali si mette in luce Banco Bpm (+1%), il cui Ad Giuseppe Castagna ha aperto al tema M&A anche se non nell’immediato e con la banca che sta valutando l’emissione di strumenti AT1.
Ok UniCredit (+0,3%), sempre al centro di rumor su possibile aggregazioni, Intesa Sanpaolo (+0,2%), che secondo quanto riporta la stampa restituirà 780 milioni di crediti “high risk” delle ex venete, e Ubi (+0,2%), a pochi dall’assemblea per il rinnovo del cda.
Sul Mid Cap bene Credem (+0,4%), mentre frenano ancora Popolare Sondrio (-2,4%), con il Governo che secondo la stampa potrebbe prorogare al 2020 le tempistiche per la trasformazione in Spa e, più staccato, Creval (-0,7%), con alcuni soci che hanno acceso un faro su alcune operazioni passate. Calo contenuto per Mps (-0,4%), che continua a lavorare al de-risking.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con il termine per le offerte vincolanti che potrebbe slittare a fine mese o inizio maggio in attesa di capire le mosse dei potenziali acquirenti, mentre la Bce ha prorogato l’amministrazione straordinaria fino al 30 settembre 2019. Ancora realizzi su Banca Finnat (-1,4%), che ha confermato i target al 2020.