Il Ftse Italia Servizi Finanziari inizia l’ottava con un guadagno dell’1,1% e in direzione opposta rispetto all’omologo europeo (-0,1%), beneficiando degli acquisti sul comparto bancario (+0,9%) e “battendo” il Ftse Mib (+0,2%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, le cui attese sono state ridotte ulteriormente dal Fmi (dal +3,5% al +3,3%), aspettando che si avvicini l’eventualità che Stati Uniti e Cina possano effettivamente raggiungere un’intesa sulla tematica commerciale. Il sentiment nel complesso resta positivo. Intanto gli stessi Usa stanno negoziando con l’UE sempre sul versante commerciale.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, anche se pare un po’ diminuire dopo che il Consiglio Europeo dato l’ok a un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo periodo di tempo il primo ministro inglese, Theresa May, dovrà fare sì che il parlamento inglese dia il via libera all’intesa.
In merito all’Italia, nella bozza del Def deliberata martedì in consiglio dei Ministri l’esecutivo ha limato le attese di crescita per il 2019 allo 0,2% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,4% dal 2,04 per cento.
“Le proiezioni di crescita sono molto prudenziali e sono il riflesso di una drastica revisione delle prospettive del commercio internazionale che in futuro potrebbero essere riviste verso l’alto”, si legge nella nota.
“La situazione italiana è una fonte di incertezza che pesa non solo sull’economia italiana ma sull’intera Eurozona. I numeri devono tornare e rispettare le nostre previsioni. Guardiamo con attenzione le stime fornite dal Governo ma le decisioni saranno prese in base alle nostre stime che comunicheremo il 7 maggio”, ha dichiarato alla stampa il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici.
“Ho buoni motivi per credere che, grazie agli ultimi provvedimenti, alle proiezioni contenute nel Def e all’aggiustamento del deficit strutturale, l’esame sarà superato anche questa volta”, ha affermato in un’intervista l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.
La seduta positiva del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, tra cui Azimut (+2,7%), il cui presidente Pietro Giuliani ha ribadito che il gruppo vuole rimanere indipendente, e Fineco (+2,1%), che aggiornato nuovi massimi storici e il cui Ceo Alessandro Foti ha ribadito la volontà di crescere per via organica.
Denaro su Exor (+0,8%), mossasi in scia all’andamento nel complesso positivo delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap ritracciano Banca Ifis (-0,9%), a pochi giorni dall’assemblea che sancirà il ricambio al vertice, e doBank (-0,5%), su cui secondo la stampa sono attese a breve novità sulla trasformazione societaria. Risale Cerved (+0,5%), che nei giorni scorsi ha perfezionato l’acquisto di Eurobank Property Solutions.
Sullo Small Cap si interrompe la corsa di Banca Intermobiliare (-1,5%), con la banca che vedrà l’elezione di nuovo cda e di un nuovo Ad dopo il passo indietro di Matteo Colafrancesco, mentre nel frattempo il socio di maggioranza ha ripristinato il flottante, mentre prosegue il buon momento di Banca Sistema (+1,1%), che recentemente ha concluso l’acquisizione di Atlantide.