Il Ftse Italia Servizi Finanziari archivia la seduta con un calo dello 0,3% e al di sotto dell’omologo europeo (+0,3%), appesantito dal comparto bancario (-2,5%) e allineandosi con il Ftse Mib (-0,3%).
Seduta che è stata caratterizzata dallo stacco delle cedole che ha visto protagoniste 7 società del Ftse Mib, tra cui Fineco.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, aspettando che si avvicini l’eventualità che Stati Uniti e Cina possano effettivamente raggiungere un’intesa sulla tematica commerciale.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, anche se pare un po’ diminuire dopo che il Consiglio Europeo dato l’ok a un rinvio flessibile dell’uscita del Regno Unito fino al prossimo 31 ottobre. In questo periodo di tempo il primo ministro inglese, Theresa May, dovrà fare sì che il parlamento inglese dia il via libera all’intesa.
In merito all’Italia, nella bozza del Def deliberata martedì scorso in consiglio dei Ministri l’esecutivo ha limato le attese di crescita per il 2019 allo 0,2% dall’1%, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,4% dal 2,04 per cento.
“I dati macroeconomici di gennaio e febbraio sono incoraggianti e lasciano ritenere che l’obiettivo di crescita fissato dal governo a +0,2% nel 2019 sia equilibrato. La previsione sconta una lieve ripresa nella prima metà dell’anno seguita da incrementi più significativi nel secondo semestre”, ha dichiarato l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.
“Il livello dei rendimenti sui titoli di Stato è ancora troppo alto alla luce dei fondamentali della nostra economia, nonostante il miglioramento della fiducia dei mercati in seguito all’intesa con le autorità europee. Ci auguriamo di rivedere al ribasso la spesa per interessi”, ha poi fatto presente il ministro dell’Economia.
ll rallentamento del settore creditizio ha impattato in larga parte anche sui titoli dell’asset management. Tengono botta Azimut (+1,2%), il cui presidente Pietro Giuliani ha ribadito che il gruppo vuole rimanere indipendente e Banca Generali (+0,8%), il cui Ceo Gian Maria Mossa in una recente intervista ha illustrato le opzioni di crescita.
Calo tecnico per Fineco (-0,5%) che ha staccato la cedola.
Nel Mid Cap bene Banca Ifis (+0,4%) dopo che il nuovo cda, eletto dall’assemblea degli azionisti, ha nominato Luciano Colombini nuovo Ad.
Nexi chiude in rialzo dell’1,2% a 8,4 euro recuperando parte delle vendite dalla recente quotazione. L’Ad Paolo Bertoluzzo ha minimizzato l’avvio negativo, confermando le strategie di crescita.
Rallenta doBank (-1,5%), il cui Ad Andrea Mangoni ha fatto presente che le aggregazioni non sono una priorità.
Flat Cerved (-0,1%), che nei giorni scorsi ha perfezionato l’acquisto di Eurobank Property Solutions e la cui assemblea ha nominato il nuovo cda, il quale ha in seguito nominato Gianandrea Edoardo De Bernardis presidente e Andrea Mignanelli ad.
Calo tecnico anche per Banca Mediolanum (-2,9%) che ha staccato la cedola di 0,2 euro.
Tra le Small Cap, frena Banca Intermobiliare (-2,4%) che vedrà l’elezione di nuovo cda e di un nuovo Ad dopo il passo indietro di Matteo Colafrancesco, con il socio di maggioranza ha ripristinato il flottante.
Illimity (-0,2%), ha siglato un accordo con Banco Bpm per l’acquisto di 650 milioni di Npl leasing.