Servizi Finanziari (+1,7%) – Sugli scudi Nexi (+4%) nella settimana

Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina l’ottava con un rialzo dell’1,7% e allineato all’omologo europeo (+2,1%), non risentendo della frenata del comparto bancario (-2,1%) e uniformandosi al Ftse Mib (+1,1%).

Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, innescati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, dopo le nuove tensioni a colpi di tariffe reciproche, con i dubbi che la fanno da padrone sul proseguimento dei colloqui.

Riguardo all’Italia, le nuove stime sulla crescita e sui saldi di finanza pubblica sull’Italia da parte della Commissione Europea per il 2019 hanno limato da +0,2% a +0,1% l’aumento del Pil, mentre il rapporto deficit/Pil è atteso aumentare al 2,5%, aumentando ancora di più il focus degli investitori sulla tenuta del bilancio pubblico tricolore.

“Il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee. Ingiustificato perché gli obiettivi di finanza pubblica del Governo sono quelli proposti dal Governo stesso e approvati dal parlamento con il Documento di economia e finanza”, ha dichiarato l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.

“Il Governo è al lavoro perché questi obiettivi siano raggiunti nel quadro di una politica di sostegno alla crescita e all’occupazione”, ha precisato il ministro dell’Economia.

“So cosa abbiamo concluso con l’Italia e certamente non che il debito vada al 140% del Pil, ma che sia stabilizzato. Sto lavorando con il governo e spero che sia pienamente rispettato”, ha dichiarato il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici.

Precedentemente il vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, aveva affermato che il l’esecutivo può sforare la soglia del 3% nel rapporto deficit/Pil e il 130-140% nel rapporto debito/Pil per fare diminuire la disoccupazione.

La performance negativa del settore creditizio ha impattato marginalmente sui titoli dell’asset management, tra i quali si mettono Banca Generali (+0,8%), che presenta notevoli prospettive di ulteriore crescita, e Fineco (+0,8%), uscita nei giorni scorsi dal perimetro del gruppo UniCredit.

Tra le Mid Cap lettera su Banca Ifis (-2,5%), con l’azionista di maggioranza che però dimostra di avere fiducia sul futuro della banca. Ritracciano doBank (-3,5%), che si appresta ad acquistare alti 1,5 miliardi di Npl, e Cerved (-2%), con la società che presenta interessanti potenzialità di sviluppo.

Scatta Nexi (+4%), che ha confermato la guidance dopo la pubblicazione della trimestrale e su cui è stata esercitata in parte l’opzione greenshoe nell’ambito della quotazione.

Tra le Small Cap sotto pressione Banca Intermobiliare (-7,6%), i cui conti trimestrali hanno mostrato un aumento del deficit. Tiene illimity (-0,1%), che ha chiuso il primo trimestre della storia che ha messo in luce crediti netti verso la clientela saliti a 513 milioni e con la banca che ha avviato una partnership con Raisin.