Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un guadagno del 3,4% e sovra-performando di oltre 2 punti percentuali l’analogo europeo (+1,2%), beneficiando della risalita del comparto bancario (+2,4%) e “battendo” il Ftse Mib (+1,8%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, innescati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, dopo le nuove tensioni a colpi di tariffe reciproche, con i dubbi che la fanno da padrone sul proseguimento dei colloqui.
La Commissione Europea dovrebbe prendere oggi una decisione sul debito eccessivo dell’Italia sulla base dei dettagli dal Governo. È possibile l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo, che potrebbe implicare una sanzione da 3 miliardi.
“Il disavanzo per l’anno in corso potrebbe essere minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni ufficiali. L’andamento dell’economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del programma di Stabilità”, aveva tranquillizzato l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.
Intanto, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto sapere che è pronto a rimettere il suo mandato se i partiti che lo sostengono, Lega e 5 Stelle, non tornano a viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda, anche per evitare la procedura d’infrazione.
I due vice premier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sembrano voler far proseguire l’avventura dell’esecutivo.
Il recupero del comparto bancario ha impattato anche sui titoli dell’asset management, inclusa Anima (+6,2%) tra le Mid Cap, con il gruppo che resta interessato a un potenziale merger con Arca, come rimarcato dall’Ad Marco Carreri in un’intervista.
Sul Ftse Mib in gran spolvero Azimut (+3,5%), il cui presidente Pietro Giuliani nell’Investor Day ha ribadito il target di utile netto superiore ai 300 milioni per il 2019, con il gruppo che a fine 2024 si è prefissato un target di almeno il 15% per gli investimenti alternativi sul totale delle masse gestite, e Banca Generali (+3,3%), che anche a maggio ha registrato una solida performance della raccolta netta.
Scatta Exor (+4,1%), mossasi in scia all’andamento della controllata Fca in attesa di maggiori dettagli sulla fusione con Renault.
Tra le Mid Cap rimbalza Banca Ifis (+4,8%), il cui Ad Luciano Colombini in un’intervista ha spiegato che il focus adesso è sulla crescita organica e sulle sinergie tra le attività, mentre rallenta ancora doBank (-2,6%), più vicina alla revoca della licenza bancaria. Ok Cerved (+1,3%), con la società che presenta interessanti potenzialità di sviluppo.
Tonica Nexi (+1,1%), che ha recentemente confermato la guidance e che potrebbe fare il suo ingresso nel Ftse Mib. Nel frattempo sono tornati in auge i rumor sulla possibile fusione con Sia.
Tra le Small Cap frena Banca Intermobiliare (-1,4%), che potrebbe valutare potenziali aggregazioni. Prosegue la risalita di Banca Sistema (+1,9%), il cui turnover factoring ha superato il miliardo da inizio anno.