Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un rialzo dell’1,4% e facendo meglio dell’analogo europeo (+0,6%), supportato dalla seduta positiva del comparto bancario (+0,2%) e “battendo” il Ftse Mib (+0,6%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, innescati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, dopo le nuove tensioni a colpi di tariffe reciproche, con i dubbi che la fanno da padrone sul proseguimento dei colloqui.
Sul versante nazionale, il focus rimane sull’inizio della “trattativa” tra Commissione UE ed esecutivo di Roma per scongiurare l’avvio della procedura di infrazione contro l’Italia per debito eccessivo.
“C’è piena condivisione sul fatto che la procedura di infrazione vada evitata, sarebbe un danno per gli italiani, per il Paese, ci esporrebbe a una fibrillazione dei mercati incontenibile”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le ultime indiscrezioni indicano che per gli Stati dell’Unione tale procedura sarebbe legittima.
“L’impegno che intendiamo ribadire, nel corso del dialogo con la Commissione UE, è quello di definire un percorso di riduzione del debito che, nel rispetto delle regole di bilancio, passi per un aumento sostenuto e stabile della crescita e permetta per questa via di ridurre ulteriormente lo spread”, ha spiegato il premier.
Tali indicazioni sono state rimarcata anche dall’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria. Tutti e due hanno dichiarato di attendersi un rapporto deficit/Pil al 2,1-2,2% nel 2019, in linea con le regole europee.
L’andamento in rialzo del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, tra i quali sul Ftse Mib si mettono in evidenza Azimut (+1,1%), grazie anche al buon dato sulla raccolta netta di maggio, e Banca Generali (+2,2%), supportata anch’essa dalla solida performance della raccolta netta di maggio.
Denaro su Exor (+1,2%), mossasi in scia all’andamento positivo delle principali controllate quotate.
Tra le Mid Cap prosegue il recupero di Banca Ifis (+3,2%), i cui vertici in autunno presenteranno il nuovo piano industriale, mentre riprende quello di doBank (+1,5%), sempre più vicina alla revoca della licenza bancaria. Ok Cerved (+0,8%), che secondo rumor farebbe parte di una cordata interessata a rilevare la piattaforma di servicing del gruppo bancario ellenico Eurobank.
Ritraccia Nexi (-1,9%), dopo i rialzi degli ultimi giorni e che il prossimo 24 giugno farà il suo ingresso nel Ftse Mib.
Tra le Small Cap si interrompe il tentativo di rimonta di Banca Sistema (-1,7%), il cui turnover factoring ha superato il miliardo da inizio anno, mentre risale Banca Intermobiliare (+0,4%), il cui presidente si è dimesso. Ok illimity (+0,2%), che potrebbe essere potenzialmente interessata ad alcuni Npl di Mps.