Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso dello 0,8% e in controtendenza rispetto all’analogo europeo (+0,1%), risentendo della seduta negativa del comparto bancario (-0,7%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,7%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, innescati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, aspettando notizie dopo il vertice tra i due presidenti al G20 di fine giugno.
Sul versante nazionale, il focus rimane sull’inizio della “trattativa” tra Commissione UE ed esecutivo di Roma per scongiurare l’avvio della procedura di infrazione contro l’Italia per debito eccessivo.
“È stato fatto il punto della discussione in corso. Il 2 luglio la Commissione dovrebbe prendere la decisione se lanciare o meno la procedura”, hanno comunicato da Bruxelles.
“Per un’economia a crescita zero un target di deficit al 2,1% per l’anno in corso rappresenta una politica fiscale più che prudente, stiamo andando verso questo livello di deficit grazie a una gestione delle finanze pubbliche prudente”, ha sottolineato l’inquilino del Tesoro, Giovanni Tria.
“Per il futuro l’idea è quella di tenere il deficit basso e continuare con l’obiettivo di diminuzione del debito, non attraverso l’innalzamento delle tasse ma con più basse spese correnti. Stiamo lavorando per soddisfare questi mandati con la prossima legge di bilancio”, ha spiegato il ministro dell’Economia.
“Sulla base di questo credo che l’Italia sia sostanzialmente in linea con le regole di bilancio europee e per questo sono ottimista per una soluzione positiva sulla procedura. Non vedo ostacoli per un accordo”, ha precisato Tria.
La seduta di vendite sul settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, tra i quali sul Ftse Mib scattano i realizzi su Azimut (-1,1%), il cui presidente Pietro Giuliani ha ribadito il target di utile superiore a 300 milioni nel 2019, e Fineco (-0,6%), con il private banking che sta assumendo un ruolo sempre più rilevante. Entrambe erano reduci da varie giornate positive.
Sul Mid Cap ritraccia Banca Mediolanum (-1,4%), il cui Ceo Massimo Doris ha escluso acquisizioni, mentre gli acquisti premiano Banca Generali (+0,4%), che starebbe vagliando alcune opportunità in Svizzera secondo gli ultimi rumor.
Ancora prese di beneficio su Nexi (-2,5%), a due giorni dal proprio ingresso sul listino principale di Piazza Affari.
Sul Mid Cap arretra nuovamente Banca Ifis (-1,9%), in attesa del nuovo piano industriale che sarà presentato in autunno. Sottotono doBank (-1,1%), che ha ottenuto la revoca della licenza bancaria e diventa doValue, e Cerved (-1,5%), che fa parte di una cordata interessata a rilevare la piattaforma di servicing del gruppo bancario ellenico Eurobank.
Tiene illimity (0,0%), che lunedì 24 giugno ha fatto il proprio debutto nel Ftse Italia Mid Cap.
Tra le Small Cap nuova frenata per Banca Sistema (-0,7%), che a breve incorporerà Atlantide, oltre ad avere conferito l’attività di credito su pegno ad una controllata. Risale Banca Intermobiliare (+0,8%), che nei giorni scorsi ha ricevuto da Bankitalia i requisiti minimi da rispettare nel continuo.