Il Consiglio di Amministrazione di Trevi ha respinto a maggioranza la richiesta, avanzata dal socio Trevi Holding, di convocare un’assemblea per la revoca degli amministratori e la nomina di un nuovo board.
La famiglia Trevisani aveva infatti rilevato un “deficit di legittimità della manovra finanziaria e del correlato aumento di capitale connessi all’operazione di rafforzamento patrimoniale alla ristrutturazione dell’indebitamento”, messa a punto dal CdA e dal CRO Sergio Iasi.
Manovra che, si ricorda, prevede un aumento di capitale in opzione di 130 milioni e la conversione da parte delle banche finanziatrici di una parte dei crediti vantati verso il gruppo per un importo di 310 milioni.
Trevi Holding auspicava dunque la creazione di un nuovo board che proseguisse “nella finalizzazione della manovra finanziaria, con la modifica dell’attribuzione di un valore all’equity preesistente alla stessa”.
Di contro il CdA ha ritenuto infondate e contraddittorie le motivazioni poste nell’istanza, oltre che “potenzialmente idonee a pregiudicare il buon esito della manovra stessa e, con essa, la messa in sicurezza della Società e del Gruppo Trevi, nonché a generare effetti distorsivi nel mercato”.
Il board ha dunque dato mandato ai legali di approfondire le responsabilità di Trevi Holding in merito agli effetti sopra descritti, avviando comunque le opportune attività istruttorie volte ad approfondire alcuni elementi della richiesta dei soci.
Gli approfondimenti, e le conseguenti delibere, saranno esaminate da un CdA che sarà convocato entro il prossimo 15 luglio.
In quell’occasione verranno approvati i bilanci 2017 e 2018 e le ulteriori determinazioni funzionali all’esecuzione della manovra finanziaria, attualmente sottoposta all’approvazione delle banche creditrici e, di conseguenza, verrà convocata l’assemblea per l’approvazione dei suddetti bilanci e il rinnovo degli organi sociali.