Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un calo dello 0,4% e in linea all’analogo europeo (-0,5%), risentendo del nuovo stop del comparto bancario (-0,4%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,4%).
Sullo sfondo permangono i timori per la frenata della crescita mondiale, alimentati dai dubbi sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, che sembrano attenuarsi per ora dopo il vertice tra i due presidenti al G20 di qualche giorno fa che ha sancito la ripresa ufficiale dei negoziati.
Sul versante nazionale, la Commissione UE ha preso la decisione di non consigliare la procedura d’infrazione contro l’Italia dopo che l’esecutivo di Roma ha varato i provvedimenti che servivano a diminuire il rapporto deficit/Pil al 2,04% nel 2019.
“Il pacchetto presentato dal Governo italiano è sufficiente per non proporre l’apertura di una procedura per deficit eccessivo a questo stadio. Continueremo a sorvegliare da vicino nei prossimi mesi l’attuazione del bilancio 2019”, ha dichiarato il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici.
La frenata del settore creditizio ha impattato in larga parte anche sui titoli dell’asset management, tra cui sul Ftse Mib proseguono i realizzi su Fineco (-1,9%), che sta valutando la possibile emissione di strumenti AT1 fino a un massimo di 300 milioni entro il 2019. Nel frattempo, UniCredit ha ceduto il restante 18,3% detenuto nel capitale della banca multicanale.
Sempre sul listino principale in spolvero Azimut (+2,1%) dopo le ultime sedute positive, il cui presidente Pietro Giuliani ha spiegato che il business internazionale vale 1,5 miliardi e che ha riportato un solida raccolta netta a giugno.
Sul Ftse Mib ben intonata Nexi (+1,4%), che prosegue l’andamento positivo delle ultime sedute.
Sul Mid Cap risale doValue (+1,2%), che ha perfezionato l’acquisto di Altamira, mentre rallenta Banca Ifis (-2,4%), che nel primo semestre ha concluso operazioni su Npl per 1,4 miliardi. Continua il momento negativo di Cerved (-1,3%), dopo che Mps ha esercitato il recesso dal contratto di special servicing in essere con la controllata Juliet.
Tra le Small Cap scattano le prese di profitto su Banca Sistema (-2,3%), la cui controllata ProntoPegno ha avuto l’ok di Bankitalia ad operare. Tornano le vendite su Banca Intermobiliare (-1,8%), che ha da poco ricevuto da Bankitalia i requisiti minimi da rispettare.