Chiude a +0,4% il Ftse Media Italia, superiore all’Euro Stoxx Tmi Media (-0,3%).
Il focus degli operatori era rivolto al discorso di Powell al Congresso statunitense, dal quale si è rafforzata la convinzione che la Fed abbasserà i tassi di 25 punti base nel meeting di fine mese, alla luce dei persistenti rischi per l’economia nonostante il solido job report divulgato venerdì scorso.
Poco mosse le sulle Mid Cap con Mediaset e Cairo Communication, in rialzo entrambe dello 0,2 per cento.
Mondadori Editore lascia sul terreno un modesto 0,1 per cento.
Tra le Small Cap ben intonata Cose Belle d’Italia, con un deciso +11,9 per cento. Nell’ultimo mese le quotazioni hanno segnato un progresso del 35,2 per cento.
Ben comprata anche Giglio Group, che avanza dell’1,9 per cento. Il presidente e Ad, Alessandro Giglio, ha riferito a una testata giornalistica che entro settembre saranno annunciati quattro nuovo accordi con brand della moda e del design e che per tale mese prenderà il via lo sviluppo in ambito food.
Inoltre, ad inizio ottava il gruppo ha siglato un accordo con Stefano Ricci, luxury brand italiano attivo a livello internazionale nell’abbigliamento uomo e bambino, e ha sottoscritto i contratti con Vertice 360 relativi al conferimento in quest’ultima degli asset afferenti al business dell’area media della stessa Giglio Group.
Denaro anche su Mondo Tv (+1,4%), beneficaindo del fatto che la controllata svizzera, Mondo Tv Suisse, ha siglato un accordo preliminare con la oreana Vooz per produrre una nuova serie animata basata sulla property “Goo Doil Family”.
Seduta incolore per Italiaonline, il cui board ha approvato il Piano Industriale 2020-2022 e dal quale si attendono a fine periodo ricavi consolidati sostanzialmente stabili rispetto al 2018 (Cagr 2018-2022 tra -1% e +1%).
Inoltre, il management ha confermato la guidance per l’esercizio 2019, che stima una leggera flessione (low single digit) della top line rispetto al 2018, in relazione a una crescita mid single digit dei ricavi digitali che compenserà quasi completamente la riduzione del business tradizionale.