Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava con un leggero calo dello 0,1% e tenendo meglio dell’omologo europeo (-1,3%), non impedendo però al Ftse Mib (+0,9%) di chiudere in rialzo.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la frenata della crescita mondiale, innescate dalle incertezze sulla possibilità che Stati Uniti e Cina possano giungere ad un’intesa commerciale, anche se sembrano momentaneamente ridursi dopo la ripresa dei colloqui.
Nel frattempo, tutto sembra protendere per una riduzione dei tassi di 25 pb da parte della Fed nel meeting di fine mese, mentre la Bce ha ribadito un possibile nuovo allentamento monetario nel caso prosegua il rallentamento dell’economia.
Sul fronte domestico, la Commissione Europea ha deciso di non raccomandare la procedura d’infrazione contro l’Italia dopo che il Governo italiano ha presentato le misure necessarie per ridurre il rapporto deficit/Pil al 2,04% per l’anno in corso.
“Sono sfumati di fronte alla realtà dei fatti e delle azioni i dubbi immotivatamente diffusi sulla coerenza delle politiche del nuovo governo con il quadro delle regole europee. Il significativo ridimensionamento dello spread e’ la testimonianza della fiducia sulla sostenibilità di lungo temine”, ha ribadito il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
In questo contesto, con lo spread Btp-Btp sceso di nuovo sotto i 200 pb (fonte Mts Markets), il comparto bancario nel complesso è riuscito a tenere.
Andamento contrastato per i titoli del Ftse Mib, tra i quali spiccano Ubi (+1,6%), che starebbe ridefinendo la strategia nella banca nella bancassurance e con il Patto dei Mille salito nell’azionariato, e Intesa Sanpaolo (+0,9%), che intende crescere nel risparmio gestito in Cina.
Tiene UniCredit (-0,1%), che starebbe studiando la creazione di una sub-holding estera, possibile però solo in caso di M&A, mentre nel frattempo è stato ceduto anche l’ultimo 18,3% detenuto in Fineco.
Sul Mid Cap frenano Credem (-2,3%), che ha reso noti gli obiettivi nel private banking per il 2019, Popolare Sondrio (-3,8%) e, in misura nettamente minore, Creval (-0,3%), il cui Ad Luigi Lovaglio in un’intervista ha ribadito che il piano al 2023 è basato sulla crescita organica.
Vola Mps (+9%), con il mercato che resta in attesa di novità sul fronte del de-risking, mentre secondo rumor è stato avviato l’iter per la cessione di immobili per 350 milioni.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se sospesa dalle contrattazioni, su cui proseguono i rumor sul possibile destino e sul fabbisogno patrimoniale, che potrebbe coinvolgere anche una banca secondo indiscrezioni. Il prossimo 25 luglio il piano dovrà essere pronto.
Ritraccia Banca Finnat (-3,2%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.