Banche (0,0%) – UniCredit (+1,1%) in luce nell’ottava

Il Ftse Italia Banche chiude la settimana sulla parità e ben al di sotto dell’omologo europeo (+1,3%), non impedendo però al Ftse Mib (+0,9%) di chiudere in territorio positivo.

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la frenata della crescita mondiale, confermati dalle stime del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ha limato dello 0,1% l’outlook di crescita globale, anche a causa delle persistenze incertezze sulla questione commerciale Usa-Cina.

Nel frattempo, la Bce ha lasciato fermi i tassi e ha confermato di stare valutando varie opzioni di allentamento monetario a causa dell’outlook debole e i rischi orientati al ribasso per l’economia dell’Eurozona, come ribadito dal presidente Mario Draghi.

Tra le opzioni che potrebbero essere prese in considerazione ci sono un nuovo QE e una possibile riduzione dei tassi di interesse, accompagnata però da misure per attutirne gli impatti negativi sui bilanci bancari.

Per quanto riguarda l’Italia, il FMI ha limato allo 0,8% la crescita del Pil 2020, mentre per il 2019 è rimasta invariata a +0,1 per cento.

In questo contesto e nonostante i dubbi circa la tenuta del Governo, lo spread Btp-Bund, dopo una discesa in area 180 pb in scia all’annuncio della Bce, si è poi portato in area 190-195 pb (fonte Mts Markets), con il comparto bancario, alla fine ha visto prevalere di poco le vendite, alla vigilia dell’inizio della tornata delle trimestrali.

Andamento contrastato per i titoli del Ftse Mib, tra i quali gli acquisti premiano UniCredit (+1,1%), il cui Ceo Jean Pierre Mustier ha spiegato che la riduzione del personale sarà gestita solo tramite prepensionamenti e con la banca che prosegue con il de-risking. Ok Intesa Sanpaolo (+0,1%), su cui Fitch ha confermato il rating di breve termine.

In coda Bper (-4,6%), che ha perfezionato l’acquisto del 40% di Arca insieme a Popolare Sondrio e ha concluso l’acquisizione delle minorities di Banco di Sardegna.

Sul Mid Cap frenano Credem (-0,2%), che ha reso noti gli obiettivi nel private banking per il 2019, mentre frenano Popolare Sondrio (-0,2%), che ha collocato un bond da 200 milioni, e, soprattutto, Creval (-7%), il cui Ad Luigi Lovaglio in un’intervista ha ribadito che il piano al 2023 è basato sulla crescita organica.

Realizzi su Mps (-5%), reduce da una forte corsa nell’ultimo periodo e con il mercato che resta in attesa di novità sul de-risking e sul fronte della cessione di alcuni immobili.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se sospesa dalle contrattazioni, su cui proseguono i rumor sul piano di salvataggio, sul possibile coinvolgimento di un partner industriale e sul de-risking.

In rosso Banca Finnat (-4,1%), che ha comunque acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.