Banche (-1,5%) – Avvio sottotono per Big e Mid Cap

Il Ftse Italia Banche inizia la settimana con un ribasso dell’1,5% e al di sotto dell’omologo europeo (-0,8%), frenando anche il Ftse Mib (-0,6%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per la frenata della crescita mondiale, confermati dalle stime del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ha limato dello 0,1% l’outlook di crescita globale, anche a causa delle persistenze incertezze sulla questione commerciale Usa-Cina.

Nel frattempo, la Bce ha lasciato fermi i tassi e ha confermato di stare valutando varie opzioni di allentamento monetario a causa dell’outlook debole e i rischi orientati al ribasso per l’economia dell’Eurozona, mentre la Fed dovrebbe abbassare i tassi di 25 pb nella riunione in programma tra oggi e domani.

Per quanto riguarda l’Italia, il FMI ha limato allo 0,8% la crescita del Pil 2020, mentre per il 2019 è rimasta invariata a +0,1 per cento.

In questo contesto e con i dubbi circa la tenuta del Governo, lo spread Btp-Bund si è allargato in area 195-200 pb (fonte Mts Markets), rallentando il comparto bancario. Il tutto alla vigilia dell’inizio della tornata delle trimestrali.

Lettera su tutti i titoli del Ftse Mib, tra i quali resistono sotto l’1% Ubi (-0,5%), che darà il via a un processo di outsourcing, e Intesa Sanpaolo (-0,9%), che darà avvio alle trimestrali e su cui Fitch ha confermato il rating di breve termine.

Sul Mid Cap stop per Credem (-0,6%), Popolare Sondrio (-0,6%), che ha collocato un bond da 200 milioni, e Creval (-1,8%), il cui Ad Luigi Lovaglio in un’intervista ha ribadito che il piano al 2023 è basato sulla crescita organica.

Ancora prese di beneficio su Mps (-1,7%), reduce da una forte corsa nell’ultimo periodo e con il mercato che resta in attesa di novità sul de-risking e sul fronte della cessione di alcuni immobili.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se sospesa dalle contrattazioni, su cui proseguono i rumor sul piano di salvataggio, sul possibile coinvolgimento di un partner industriale e sul de-risking.

Prove di rimbalzo per Banca Finnat (+1,1%), che ha acquisito una forte leadership nell’assistenza agli emittenti quotati all’Aim.