Ferrari ha archiviato il secondo trimestre 2019 con un incremento delle consegne dell’8,4% a 2.671 unità, trainato dal +12,3% delle vendite di modelli a 8 cilindri e in particolare della Ferrari Portofino e della 812 Superfast.
A livello di aree geografiche, l’Emea ha registrato un aumento dell’11% a 1.195 unità, Cina, Hong Kong e Taiwan del 63% a 289 unità e il Resto dell’Apac un +6% a 384 unità, mentre le Americhe hanno segnato un calo del 6% a 803 unità.
I ricavi sono aumentati leggermente oltre le attese dell’8,6% a 984 milioni (+6,8% a cambi costanti), sostenuti dalla crescita del fatturato da Automobili e parti di ricambio (+12% a 766 milioni) e da Sponsorizzazioni (+2% a 131 milioni) che hanno più che compensato il calo dei Motori (-35% a 53 milioni) per le minori consegne a Maserati.
In crescita anche i margini operativi, grazie all’aumento dei volumi e a un mix/prezzo leggermente più favorevole. L’Ebitda è cresciuto dell’8% a 314 milioni con un’incidenza sul fatturato al 31,9% (-20 punti base), mentre l’Ebit ha segnato un +10% a 239 milioni, con un ros al 24,3% (+20 punti base).
Il trimestre si è chiuso con un progresso dell’utile netto del 15% a 184 milioni, beneficiando della riduzione dell’aliquota fiscale per effetto dell’accordo preventivo legato all’agevolazione Patent Box.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento netto industriale è aumentato a 353 milioni dai 192 milioni al 31 marzo 2019, con il pagamento di 195 milioni di dividendi e il riacquisto di azioni per 99 milioni che hanno più che compensato un free cash flow industriale di 139 milioni.
Infine, Ferrari ha confermato la guidance 2019 stimando un incremento dei ricavi del 3% oltre i 3,5 miliardi, un Ebitda adjusted in aumento di circa il 10% a 1,2-1,25 miliardi, un Ebit adjusted che sale del 6% a 0,85-0,9 miliardi e un eps adjusted a 3,50-3,70 euro. Rivisto leggermente al rialzo il target sul free cash flow industriale da 0,4 miliardi a oltre 0,55 miliardi.