Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dell’1,1% e sovra-performando di oltre un punto percentuale l’omologo europeo (0,0%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1,5%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze si dicono disponibili a proseguire i negoziati.
Sul fronte italiano, ieri è scaduto del termine concesso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai partiti per cercare di arrivare alla formazione di un nuovo Governo ed evitare il ritorno anticipato alle urne. Il capo dello Stato ha dato poi avvio a una nuova tornata di consultazioni fino a oggi prima di prendere una decisione.
In particolare, sono il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che stanno tentando un dialogo per vedere se riescono a trovare una linea comune.
In questo contesto, lo spread Btp-Bund si è ristretto in area 185-190 pb (fonte Mts Markets), supportando il comparto bancario.
Denaro su tutti i titoli del Ftse Mib, in particolare Banco Bpm (+3,3%), che ha dato una forte accelerata al de-risking, e Bper (+4,5%), impegnata nell’integrazione di Unipol Banca.
Sul Mid Cap toniche Mps (+1,7%), che prosegue con il de-risking, Credem (+1,4%), Creval (+0,9%) e Popolare Sondrio (+1,4%).
Tra le Small Cap, è arrivato l’ok da parte della Bce sul piano di salvataggio di Carige, che rimane sempre sospesa dalle negoziazioni. Nei giorni scorsi la banca ligure ha poi convocato l’assemblea degli azionisti per il prossimo 20 settembre per deliberare sull’aumento di capitale da 700 milioni necessario per l’esecuzione del piano di salvataggio.