Equita Group ha archiviato il primo semestre 2019 con un giro d’affari sceso a 25,5 milioni (-30,5% a/a). Il periodo si è chiuso con un utile netto di 4 milioni (-46,7% rispetto al primo semestre 2018).
“Nonostante il risultato del secondo trimestre 2019 rifletta bassi volumi di intermediazione e di operazioni di investment banking sul mercato italiano, la strategia di diversificazione adottata da Equita nel tempo ci ha permesso di crescere in aree come il Global Markets e l’Alternative Asset Management, posizionandoci come partner di riferimento sul mercato”.
È con queste parole che Andrea Vismara, Ad di Equita, ha commentato i risultati del primo semestre 2019.
“Ci attendiamo un andamento positivo nel secondo semestre, che non sarà inoltre penalizzato dal confronto con il medesimo semestre 2018 come è invece accaduto nel primo semestre a causa della anomala concentrazione di operazioni di investment banking nella prima parte del 2018”, aggiunge il manager.
“Le aspettative del management portano dunque ad ipotizzare un utile netto 2019 in calo più contenuto percentualmente rispetto alla diminuzione vista nel primo semestre. Alla luce di ciò e considerando gli utili non distribuiti nel 2017 e 2018, ad oggi riteniamo appropriato ipotizzare la distribuzione nel 2020 di un dividendo per azione tra 0,18 euro e 0,20 euro”, ha concluso Vismara.
Il margine di intermediazione è diminuito a 25,5 milioni (-30,5% rispetto al periodo di confronto).
I ricavi dell’area investment banking sono scesi a 5,7 milioni (-67,2% a/a) in relazione al contesto di mercato. Nel periodo, infatti, il controvalore delle operazioni di finanza straordinaria si è ridotto significativamente rispetto al primo semestre 2018 che per Equita era stato molto forte rispetto alla normale stagionalità del business.
Il giro d’affari della divisione sales & trading è salito a 11,3 milioni (+5,6% su base annua), grazie all’integrazione del Retail Hub (il ramo d’azienda acquisito a maggio 2018 da Nexi) e alle iniziative volte a diversificare l’offerta e ad allargare la base clienti, che hanno consentito di più che compensare il calo dei volumi intermediati sull’azionario e sull’obbligazionario per conto terzi.
I ricavi delle attività di Client Driven Trading & Market Making, sono aumentati a 3,9 milioni (+18% a/a), grazie anche all’attività sui titoli obbligazionari del nuovo team Fixed Income. Il trading direzionale invece, penalizzato dall’incertezza e dalla bassa volatilità dei mercati, ha registrato ricavi netti in diminuzione a 1,9 milioni (-40,6% su base annua).
Il giro d’affari dell’area alternative asset management sono cresciuti a 2,7 milioni (+12,5%), grazie alle iniziative intraprese e alla crescita delle masse in gestione a oltre 1,2 miliardi.
I costi totali sono diminuiti a 19,7 milioni (-23,3% a/a). Le spese per il personale sono scese a 11,6 milioni (-32,9% su base annua), in seguito alla contrazione delle spese di performance, in parte assorbita da una maggiore componente fissa legata all’incremento di organico anche per l’allargamento del perimetro di operatività per l’acquisizione del ramo Retail Hub e del Market Making da Nexi.
Gli altri costi sono scesi del 3,6% a 8,1 milioni, con la variazione di perimetro per le maggiori spese operative del Retail Hub compensati dalla mancanza di oneri non ricorrenti.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 4 milioni (-46,7% rispetto al primo semestre 2018).
Dal lato patrimoniale, a fine giugno scorso il patrimonio netto si riduce del 7,6% a 74 milioni, per effetto dell’utilizzo di riserve per il pagamento di dividendi a maggio 2019.
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine giugno 2019 il Total Capital ratio è pari al 25% (28,67% a fine 2018).