Il Cda di Fullsix ha approvato i risultati al 30 giugno 2019, influenzati dalla riorganizzazione del gruppo che ha portato alla cessione di asset non strategici per focalizzare l’attività sul core business Digital Transformation.
La riduzione dei ricavi, legata al cambiamento di perimetro del gruppo, non è ancora stata sufficientemente controbilanciata da un’equivalente diminuzione dei costi operativi, che pure si sono ridotti in modo significativo. Inoltre, i dati hanno risentito di alcune voci di costo non ricorrenti (325 mila euro) connesse alla risoluzione di alcune situazioni di rischio pendenti.
Nel primo semestre del 2019 i ricavi netti sono pari a 3,5 milioni, in diminuzione del 32% rispetto a 5,1 milioni del pari periodo 2018.
L’Ebitda ha riportato un deficit di 1 milione, a fronte di -0,2 milioni nel primo semestre 2018. La perdita a livello di Ebit si è allargata da 0,8 milioni a 1,6 milioni, dopo ammortamenti per 0,5 milioni (0,3 milioni al 30 giugno 2018) e accantonamenti e svalutazioni per 37 mila euro (0,3 milioni nel periodo di confronto).
Il risultato netto di competenza del gruppo è negativo per 1,5 milioni, sostanzialmente in linea con 1,4 milioni del primo semestre 2018.
L’indebitamento finanziario netto si esprime in 5,8 milioni, rispetto ai 5,5 milioni di fine dicembre 2018. La variazione è ascrivibile interamente all’applicazione dell’IFRS 16, senza cui l’indebitamento netto sarebbe diminuito di 0,8 milioni.
La riorganizzazione del gruppo renderà possibile strutturare, in modo più lineare ed efficace, il progetto di aggregazione definito dal Piano Industriale 2020-2022 appena approvato. Tale Piano si propone di assicurare, attraverso operazioni straordinarie di aggregazione da attuarsi nel corso dell’esercizio 2020, sinergie industriali e finanziarie che possano determinare un significativo aumento nel volume di attività, con conseguente ottimizzazione dell’assetto economico strutturale del Gruppo.