Banche (+1,6%) – In spolvero Banco Bpm (+3,1%) e Ubi (+2,7%)

Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dell’1,6% e allineato all’omologo europeo (+1,2%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,3%).

Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima. Non bisogna poi dimenticare la questione Brexit.

Sul fronte italiano, il Governo, che ha aggiornato i target della manovra con un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo, ha ultimato i dettagli del documento programmatico relativo alla manovra 2020 che è stato inviato alla Commissione Europea.

In questo contesto, con lo spread Btp-Bund sceso in area 130 pb, sul comparto bancario sono proseguiti gli acquisti, supportati anche dai solidi conti delle banche americane.

Nel Ftse Mib spicca Banco Bpm (+3,1%), che secondo rumor potrebbe cedere il ramo non captive di ProFamily on il mercato che vede un potenziale “matrimonio” con Ubi (+2,7%), con quest’ultima che ha lanciato un bond.

Sul Mid Cap tonica Mps (+1,6%), con il de-risking che potrebbe slittare al 2020 secondo gli ultimi rumor e con la banca che non ha in mente di applicare i tassi negativi sui depositi.

Tra le Small Cap, focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.