Il Ftse Italia Banche chiude con un lieve rialzo dello 0,1% e in direzione opposta rispetto all’omologo europeo (-0,6%), non impedendo al Ftse Mib (-0,2%) di chiudere in territorio negativo.
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima.
Intanto, è stato raggiunto un accordo tra Unione Europea sulla Brexit, in attesa del voto del parlamento inglese.
Sul fronte italiano, il Governo, che ha aggiornato i target della manovra con un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo, ha ultimato i dettagli del documento programmatico relativo alla manovra 2020 che è stato inviato alla Commissione Europea.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund mantenutosi in area 130 pb, sul comparto bancario sono prevalsi di poco gli acquisti, rallentando nel finale.
Tiene UniCredit (+0,2%), su cui sono tornate le voci sulla possibile creazione di una sub-holding che raggruppi le attività estere.
In luce Mediobanca (+1,4%), mentre proseguono le indiscrezioni sulle possibili intenzioni del neo azionista Leonardo Del Vecchio.
Sul Mid Cap frena Mps (-0,2%), con il de-risking che potrebbe slittare al 2020 secondo gli ultimi rumor e con la banca che non ha in mente di applicare i tassi negativi sui depositi.
Tra le Small Cap, focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno.