Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dell’1,7% e facendo meglio dell’analogo europeo (+0,4%), sostenendo anche il Ftse Mib (+1,2%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima, che dovrebbe essere ratificato nelle prossime settimane.
Sul fronte italiano, il Governo ha inviato la manovra 2020 alle Camere, dove è iniziato l’iter per l’approvazione e con l’UE che per ora non la boccerà.
In questo contesto, con lo spread Btp-Bund riportatosi sotto i 150 pb, sul comparto bancario sono tornati gli acquisti dopo qualche realizzo nelle ultime sedute.
Sul Ftse Mib spiccano Ubi (+2,8%), che entro fine 2019 intende accelerare il de-risking, e UniCredit (+2%), a poche settimane dalla presentazione del nuovo piano industriale.
Bene Bper (+0,7%), che punta a giocare un ruolo nell’atteso consolidamento del settore nel 2020, e Mediobanca (+2%), nel cui capitale Leonardo Del Vecchio che è salito a circa il 10% e con il management che ha presentato il piano industriale al 2023.
Sul Mid Cap in luce Mps (+0,9%), con il mercato che resta in attesa di novità sui dettagli dell’uscita del Mef dal capitale e sul de-risking.
Vola Popolare Sondrio (+13,6%), dopo la significativa crescita evidenziata nel terzo trimestre 2019.
Tra le Small Cap focus su Carige, che rimane sospesa dalle negoziazioni, con l’assemblea straordinaria del 20 settembre che ha dato l’ok al piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni come aumento di capitale. Nel frattempo, l’amministrazione straordinaria è stata prorogata a fine anno. Il tutto in attesa della prossima fase.