Ieri l’indice Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso a +0,4%, sottoperformando il corrispondente indice europeo di confronto (+0,8%).
Chiusura leggermente in rosso per i principali listini azionari europei, con il Ftse Mib di Milano in flessione dello 0,5%, frenati dai nuovi dubbi sul commercio Usa-Cina e dall’andamento incerto di Wall Street.
Infatti si sono fatte nuovamente largo le preoccupazioni legate alla possibilità che le parti non raggiungano un accordo prima dell’entrata in vigore dei nuovi dazi americani, prevista per il 15 dicembre.
Nel comparto obbligazionario lo spread Btp-Bund si attesta a 154 punti base, con il rendimento del decennale italiano in riduzione all’1,2%, dopo la conferma a BBB del rating sovrano dell’Italia da parte di Dbrs, con outlook stabile.
Tornando alle Utilities e Rinnovabili, tra le Big, hanno fatto meglio Hera (+0,8%) ed Enel (+0,5%).
Flat Terna. La società ha staccato l’acconto sul dividendo di 0,0842 euro per azione, che sarà messo in pagamento domani 20 novembre.
Italgas (-0,2%) starebbe intavolando un dialogo con Eni Gas e Luce, controllata al 100% da Eni, per l’acquisizione del 49% del distributore greco Eda Thess, controllata per il 51% da Depa, la compagnia statale del gas.
Tra le Mid, Iren ha ceduto mezzo punto percentuale. Il Comitato di Sindacato dei soci pubblici azionisti di Iren, costituito dai Sindaci di Torino, Genova e Reggio Emilia, si è detto pronto a sostenere le opportunità di crescita anche per linee esterne della multiutility emiliana, in particolare le operazioni su Sorgenia e Cva.
Ascopiave ha ceduto lo 0,6 per cento. Nella settimana dal 11 al 15 novembre 2019 la società ha acquistato 140.140 azioni ordinarie, per un controvalore complessivo di 564.170,83 euro, salendo al 4,144% del capitale.
In coda Falck Renewables (-1,5%).
Tra le Small, la migliore è stata TerniEnergia che ha portato a casa l’1,5 per cento.