Enel – Piano 2020-22: solida crescita organica e sostenibile in una dimensione globale

Una seduta positiva per il titolo della società guidata da Francesco Starace nel giorno della presentazione del nuovo piano strategico 2020-2022.

Il titolo chiude sui massimi intraday a 6,899 euro con un rialzo dello 0,9%, in testa alle Big di settore dopo un avvio raffreddato dalla percezione di alcuni analisti circa la mancanza di novità significative dal piano strategico 2020-2022, presentato questa mattina dal colosso elettrico italiano.

Un piano che arriva in un momento importante per il gruppo elettrico. Il 2019 è stato un anno di svolta per Enel e per il settore, “l’anno in cui nel portafoglio globale le rinnovabili e la generazione termoelettrica hanno raggiunto l’equilibrio. Uno incrocia l’altro”, ha detto l’Ad Starace.

“Anno a cui – ha ribadito il Ceo con una punta di orgoglio – ci siamo preparati negli anni precedenti. Siamo diventati più efficienti e redditizi”, in un contesto in cui la transizione energetica è di fatto già in corso.

Centrali pertanto saranno la sostenibilità, con forte orientamento a decarbonizzazione ed elettrificazione – i due trend globali che stanno cambiando il settore energetico – e la digitalizzazione del vasto business di rete, facendo leva sul modello platform-based.

La direzione è segnata ed Enel accelererà quindi sulla decarbonizzazione del proprio mix di generazione “attraverso significativi investimenti nella crescita delle rinnovabili, riducendo progressivamente la generazione da fonti termoelettriche”, spiega Starace, che aggiunge “nel percorso verso la completa decarbonizzazione entro il 2050, la nostra robusta pipeline di progetti rinnovabili garantisce visibilità ben oltre il periodo di piano”.

Un totale di 28,7 miliardi di investimenti organici, pari a un incremento dell’11% rispetto al piano precedente, che porteranno ad un Ebitda atteso di 20,1 miliardi nel 2022 (+13% rispetto ai 17,8 miliardi di euro previsti nel 2019). L’allocazione degli investimenti punta direttamente a tre SDG principali (7, 9, 11), che coprono circa il 95% del capex totale del gruppo elettrico.

Il tutto si rifletterà in un debito visto aumentare fino a 47,3 miliardi nel 2022 dai 45,9 miliardi di fine 2019, ma con un rapporto debito netto/Ebitda che dovrebbe diminuire nel periodo da 2,6 volte del 2019 a 2,3 volte nel 2022.

Di rilievo anche qui il tema della sostenibilità. Il management prevede che l’incidenza delle fonti di finanziamento sostenibili, quali le obbligazioni SDGlinked, sull’indebitamento lordo di Enel aumenterà al 43% circa nel 2022 e al 77% circa nel 2030 rispetto all’attuale 22% circa, con netta riduzione del costo dell’indebitamento.

Complessivamente, quindi, una strategia sostenibile di gruppo che punta sulla crescita organica. La questione è stata ribadita dal Ceo che intravede però “qualche opportunità di media dimensione nella distribuzione”.

Crescita endogena in una dimensione globale, con rassicurazioni su alcuni Paesi caldi dell’America Latina – quali Cile, Brasile e Argentina – dove Starace vede i “dolori di crescita” di una classe media che “non accetta il vecchio modo di governare”, ma dove “dobbiamo avere pazienza, non intravediamo pericoli di colpi di Stato e non ci sono fonti di preoccupazione per noi”.

Il gruppo inoltre sta incrementando la propria presenza in Africa, in particolare nel nord del continente e nei paesi dell’Africa orientale e ha fatto acquisizioni in India. “Puntiamo ad aggiungere una o due geografie l’anno”, continua l’Ad, e “tra qualche anno prevediamo di espanderci anche nei mercati emergenti del Sud-est asiatico mentre non intendiamo investire in Cina”.

E sulla questione Oper Fiber, l’Ad concludendo chiarisce “non abbiamo fretta di vendere, non usciamo, non abbandoniamo situazioni di questo tipo d’emblée, perché servono considerazioni approfondite”.