Ieri il Gruppo Sesa ha annunciato l’acquisizione, tramite la controllata Var Group, del residuo 49% di Yarix, società di cui deteneva già il 51% e attiva nel settore della sicurezza digitale. In particolare, Yarix opera con la missione di prevenire e proteggere i sistemi informatici delle imprese dai rischi di perdita dei dati e dal cybercrime.
In questa operazione Sesa ha messo sul piatto 5 milioni, con meccanismi di allineamento di valore in funzione della continuità dei risultati e del commitment delle figure chiave coinvolte nella gestione, come da prassi nelle operazioni condotte dal Gruppo.
Un investimento strategico che si aggiunge ai 4,975 milioni impegnati nello scorso mese di maggio per il 60% di Gencom, controllata da Yarix e operante nel settore networking e collaboration a supporto di progetti complessi di sicurezza digitale. Le attività di Yarix e Gencom sono ricomprese nella divisione Digital Security Var Group del Gruppo Sesa, di cui Yarix è capofila.
Al Gruppo Sesa va dunque riconosciuto il merito di aver investito con tempismo in un settore cruciale dell’IT, confermando la propria attenzione alle aree a maggior valore aggiunto e caratterizzate da tassi di sviluppo e marginalità più elevati.
“L’acquisizione del 100% del capitale di Yarix ci consente di rafforzare il nostro posizionamento in un settore di forte prospettiva e generazione di valore come quello della sicurezza, a supporto delle competitività ed innovazione dei principali distretti produttivi italiani e grazie al contributo di un capitale umano altamente specializzato” afferma Alessandro Fabbroni, Amministratore Delegato di Sesa.
Yarix, infatti, dispone già oggi di circa 100 risorse che intende ulteriormente aumentare nel corso del prossimo triennio, come conferma Fabbroni: “L’elemento centrale dell’operazione è il commitment su base pluriennale delle risorse chiave ed apicali di Yarix assieme alle quali continueremo ad investire e lavorare per incrementare ricavi e capitale umano in un’area di sviluppo sempre più rilevante della domanda di innovazione da parte delle imprese italiane ed europee”.
Per capire l’importanza dell’attività di Digital Security basta dare uno sguardo al secondo report YSOC di Yarix, pubblicato a fine ottobre scorso e relativo al periodo aprile/giugno 2019, che quantifica l’esposizione del sistema Italia agli attacchi del cybercrime.
Nel secondo trimestre, secondo lo studio, sono stati rilevati 15.331 eventi di sicurezza (+27,5% su Q1), ossia possibili violazioni dei livelli di sicurezza informatica tali da configurare una situazione di potenziale rischio.
Tra questi, gli incidenti tali da pregiudicare l’utilizzo di asset aziendali, violare disposizioni aziendali o di legge e causare la perdita o la diffusione di dati, sono stati ben 3.709, in aumento del 17% sul primo trimestre e pari al 24% del totale degli eventi di sicurezza.
In 12 casi sono stati necessari interventi di Emergency Response per ripristinare la normalità dei sistemi e implementare le necessarie contromisure di prevenzione.
Tra i comparti più colpiti spicca il manifatturiero (29%), mentre il settore dei trasporti ha quasi raddoppiato il numero di attacchi subiti (+80% rispetto a Q1), posizionandosi al terzo posto dietro l’Information Technology e davanti alla GDO. Seguono Retail, Fashion e Banking&Insurance.
Negli ultimi mesi, sono stati diversi gli interventi di Yarix a difesa di enti e organizzazioni private e pubbliche.
A luglio, per esempio, la Società si è adoperata per la gestione di un attacco hacker subito da una primaria realtà industriale italiana, mobilitando una task force di super-esperti, con oltre 160 ore di lavoro e 3.500 macchine scandagliate, permettendo di disinnescare una richiesta di riscatto pari a oltre 2,5 milioni e ripristinare la piena funzionalità degli impianti.
A ottobre la stessa Yarix ha annunciato la scoperta di un nuovo sistema hacker (un Advanced Persistent Threat) che colpisce i pagamenti online, potenzialmente in grado di eludere i sistemi di cyber difesa attuali e studiato per mettere a rischio una fetta ampia e trasversale del sistema economico e produttivo nazionale e internazionale.
Proprio negli ultimi giorni Yarix ha sventato un altro attacco che ha investito l’infrastruttura informatica di un’importante fiera in ambito nazionale, paralizzandone i sistemi per una settimana.
Ma questi sono solo alcuni dei molteplici tentativi di estorsione digitale – il cosiddetto pizzo 4.0 – che il cybercrime sferra quotidianamente contro le imprese italiane. La possibilità di sottrarsi al fenomeno diventa, dunque, direttamente proporzionale alla capacità di gestire gli attacchi in maniera tempestiva e professionale, affidandosi ad esperti di riconosciuta competenza e autorevolezza.
L’attività di Yarix si inserisce in un quadro che vede una crescita inarrestabile del mercato della Cybersecurity, destinato ad espandersi a livello globale fino a raggiungere 181 miliardi di dollari nel 2021 (era pari a 4 miliardi nel 2004 e 105 miliardi nel 2015), secondo quanto riportato da Agenda Digitale. A livello internazionale, il polo di maggiore interesse oltre a quello statunitense è sicuramente quello israeliano, dove Yarix è attiva con un laboratorio R&D a Tel Aviv.