Bio-on (Aim) – Da società dei record al fallimento

La storia di Bio-on è giunta al capolinea dopo che venerdì scorso il Tribunale di Bologna ne ha dichiarato il fallimento, disponendone tuttavia l’esercizio provvisorio al fine di preservare la continuità aziendale con l’obiettivo di evitare che venga dissolta l’organizzazione produttiva nelle sue componenti di occupazione, tecnologiche e avviamento.

Una sentenza che rappresenta il culmine dell’inchiesta aperta nei mesi scorsi dalla Procura di Bologna e dalla Consob nell’operazione “Plastic Bubbles”. Inchiesta che aveva visto nove persone complessivamente indagate dalla Guardia di Finanza, inclusi l’arresto e due misure interdittive nei confronti di tre figure apicali della società, tra cui il presidente Astorri e il vice presidente Cicognani, oltre a perquisizioni e al sequestro di beni e risorse finanziarie degli indagati per 150 milioni.

Un’operazione che aveva preso le mosse da un report del fondo speculativo Quintessential dello scorso mese di luglio, che aveva messo in dubbio la trasparenza dei bilanci e la capacità produttiva dello stabilimento di Castel San Pietro Terme.

Un duro colpo che mette quindi fine alla società bolognese nata nel 2007 con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo della bioplastica con l’impiego del bio polimero PHAs e approdata sul mercato Aim di Borsa più di cinque anni fa, il 24 ottobre 2014, con una capitalizzazione di circa 50 milioni a un valore di 5 euro circa per azione.

In questi anni il titolo ha corso ad un ritmo accelerato fino toccare un massimo storico intra-day a 71,20 euro nel luglio 2018, superando 1 miliardo di capitalizzazione, un valore che ha mantenuto fino all’uscita del report del fondo americano.

Un’analisi in scia alla quale il titolo aveva lasciato sul terreno in due sedute circa l’80% del suo valore, con il prezzo crollato da circa 50 euro a 15 euro.

Bio-on aveva prontamente risposto smentendo le affermazioni del fondo americano e fornendo ulteriori precisazioni e il parere di due specialisti.

A inizio ottobre arriva un altro forte calo del titolo, dopo la pubblicazione dei conti del primo semestre 2019. Numeri che avevano evidenziato ricavi pari a 917mila euro rispetto a un fatturato del primo semestre 2018 di 6,1 milioni e una perdita netta a 10,1 milioni rispetto a un deficit di 3 milioni nello stesso periodo del 2018.

Nello stesso mese il titolo, dopo l’apertura dell’inchiesta, viene sospeso dalle negoziazioni a tempo indeterminato, il presidente Astorri rassegna le dimissioni da tutte le cariche della società e a novembre il Tribunale di Bologna dispone l’amministrazione giudiziaria di Bio-on, fino ad arrivare alla sentenza di venerdì scorso.