Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un calo dello 0,3% e in direzione opposta all’omologo europeo (+0,7%), beneficiando solo parzialmente della tenuta del comparto bancario (+0,1%) e uniformandosi Ftse Mib (-0,7%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato ieri la fase 1 dell’accordo commerciale.
Sul fronte italiano, le imminenti elezioni in Emilia-Romagna daranno un’idea sulla tenuta del Governo.
La buona tenuta mostrata dal settore creditizio ha impattato solo parzialmente sui titoli dell’asset management.
Sul listino principale realizzi su Nexi (-1,6%), sempre al centro di rumor su possibili operazioni straordinarie e su cui è intervenuta Moody’s, mentre tiene Exor (+0,3%), nonostante l’andamento negativo delle principali controllate quotate.
Tra le Mid Cap ok Banca Ifis (+0,2%), reduce dalla presentazione del nuovo piano industriale al 2022. Lettera su Cerved (-1,7%), al lavoro per valorizzare il credit management, e doValue (-1,3%), che ha registrato dei cambiamenti nell’assetto azionario.
Tra le Small Cap ritraccia ancora Banca Intermobiliare (-4,3%), che da poco ha concluso la prima tranche da 44,1 milioni del rafforzamento patrimoniale, mentre proseguono i realizzi su Banca Sistema (-3,1%).