Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina la settimana con un forte calo del 6,8% e ben al di sotto dell’omologo europeo (-2,9%), risentendo della frenata del comparto bancario (-2,9%) e facendo nettamente peggio del Ftse Mib (-3,1%).
Sul versante internazionale si riducono in parte i timori per il rallentamento della crescita globale, con Usa e Cina che hanno firmato ieri la fase 1 dell’accordo commerciale, anche se adesso c’è qualche preoccupazione legata al diffondersi del coronavirus con epicentro la Cina.
Sul fronte italiano, l’esito delle elezioni in Emilia-Romagna ha segnato la vittoria del PD, che rafforza la tenuta del Governo appoggiato dallo stesso PD e dal M5S, nonostante il crollo di quest’ultimo nella stessa tornata elettorale.
Il rallentamento del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, con Anima (-6,7%) risultata la peggiore nel Mid Cap, penalizzata anche dal downgrade di Ubs da ‘buy’ a ‘neutral’.
Sul listino principale ripiega Nexi (-1,1%), reduce da nuovi massimi e sempre al centro di rumor su possibili operazioni straordinarie. Sotto pressione Exor (-9,3%), mossasi in scia all’andamento negativo delle principali controllate quotate.
Tra le Mid Cap stop per Banca Ifis (-1,8%), che ha da poco presentato il nuovo piano industriale al 2022. Ok Cerved (+1,6%), al lavoro per valorizzare il credit management e che ha completato un’acquisizione in quest’area, mentre va in rosso doValue (-3,6%), che ha registrato dei cambiamenti nell’assetto azionario.
Tra le Small Cap ritraccia significativamente Banca Intermobiliare (-10,5%), alle prese con l’implementazione del nuovo piano strategico.