Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha riportato un +0,8%, allineandosi al corrispondente europeo.
Le principali piazze del Vecchio Continente hanno chiuso la seduta riducendo le perdite mattutine, mentre il Ftse Mib di Milano ha invertito la rotta sul finale con un +0,1 per cento.
Sullo sfondo, gli operatori continuano a monitorare la diffusione del coronavirus, con maggiori preoccupazioni dopo l’aggiornamento dei dati provenienti dalla Cina in seguito ad un cambiamento nelle metodologie di calcolo, che hanno fatto impennare il numero di contagiati.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano si è attestato allo 0,91% con il relativo spread verso il bund tedesco a 133 punti base. La Commissione europea ha ritoccato al ribasso la stima per il Pil italiano da +0,4% a +0,3% nel 2020 (peggiore in Europa) e da +0,7% a +0,6% nel 2021. Il dato del 2019 è stato rivisto da +0,1% a +0,2 per cento.
Tornando al comparto utility, tra le Big unica positive Hera (+1,1%), Enel (+0,9%) e Terna (+0,6%).
Sulla società guidata da Luigi Ferraris, Banca Akros ha alzato il target price a 6,10 euro da 5,80 euro, confermando la raccomandazione “Neutral”.
Tra le Mid, fanno meglio Erg (+2%) e Falck Renewables (+1,8%). Mentre tra le Small, acquisti su TerniEnergia (+3,7%), prese di beneficio su Acsm Agam (-9,6%).
A gennaio 2020, secondo le rilevazioni di Terna, la domanda di elettricità in Italia è stata di 27,5 miliardi di kWh, in calo del 4% rispetto allo stesso mese del 2019. La produzione nazionale netta (24,3 miliardi di kWh) è diminuita del 6,6% su base annua. In crescita le fonti di produzione idrica (+21,9%) e fotovoltaica (+18,1%). In calo invece le fonti di produzione geotermica (-1,4%), termica (-9,9%) ed eolica (-26,3%).
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia nel 2019 si è arrestata la crescita delle emissioni di CO2 grazie alle economie avanzate.
Infine, sull’internazionale, la britannica Centrica ha registrato conti in rosso nel 2019.