Le principali piazze mondiali hanno archiviato una tra le peggiori ottave dalla crisi del 2008; a Milano il Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 23,3% chiudendo a 15.954 punti, nonostante il parziale recupero di venerdì.
A scatenare le vendite, il rapido diffondersi del Coronavirus, che è stato dichiarato dall’OMS una pandemia. Intanto aumenta il numero di Stati che hanno deciso di attuare drastiche misure di contenimento, con il presidente Trump che ha bloccato i voli da e verso l’Europa continentale e la Francia pronta ad attuare misure sul modello italiano.
Giudicata poi insufficiente la risposta dei governi e delle banche centrali, con il governatore della BCE Lagarde che ha varato un piano da 120 miliardi, senza però rassicurare sul contenimento dello spread di alcuni paesi, che pur potrebbe inficiare (come ricordato poi da Philip Lane, capo economista della BCE) la corretta trasmissione della politica monetaria.
L’indice Ingegneria e Impiantistica Italia ha concluso la settimana con una perdita complessiva del 21,3%, poco lontana dal calo del 20,2% del corrispondente indice europeo.
Nello specifico, tra le big cap, Prysmian ha archiviato l’ottava a -18,3%, mentre Leonardo, nonostante i risultati dell’esercizio 2019 superiori alle attese, ha chiuso a -28,4 percento.
Tra le mid cap, ottava all’insegna dei conti sia per Salini Impregilo (-36,1%), che ha ottenuto ricavi in linea con le aspettative a 5,33 miliardi, sia per Danieli (-14,7%), che ha chiuso l’esercizio con ricavi e redditività in calo. Fincantieri ha invece terminato l’ottava a -16,3 percento.
Pesanti anche le small cap, con Astaldi che ha perso complessivamente il 14%, e Trevi (-14,2%) dopo aver anche posticipato il closing per la cessione della sezione Oil&Gas.