In vista dell’assemblea del 26/27 giugno, chiamata a deliberare, tra le altre cose, sulla proposta di revoca per giusta causa di Alberto Minali (anche ex Ad) dalla carica di consigliere di Cattolica, avanzata dal cda, lo stesso board ne ha illustrato le motivazioni.
In un documento depositato in vista dell’assise, si legge che Minali “pur contestando in più di un’occasione la legittimità della delibera del cda del 31 ottobre 2019 che gli ha revocato le deleghe da amministratore delegato, fino ad oggi non ha mai promosso azioni giudiziarie a riguardo” ma restando consigliere “la situazione che ne è derivata è apparsa sempre più anomala, anche tenuto conto della manifesta conflittualità insorta tra Minali e il resto del cda”
Il documento aggiunge che Minali “ha più volte trasferito su un piano extraconsiliare le sue contestazioni, in tal modo ledendo le prerogative deliberative del cda ed è apparso comunque evidente che non vi è più alcuna sintonia tra Minali e il resto del board, e quindi il contributo dello stesso non ha alcun carattere di positività, in quanto ispirato essenzialmente da istanze personali conflittuali”.
Questa situazione, conclude il documento “rappresenta una evidente anomalia che, da un lato, porta latente tensione nel funzionamento dell’organo amministrativo e, dall’altro
lato, preclude di fatto la nomina di un nuovo amministratore delegato”.