Potrebbe nascere presto nel Canale di Sicilia, al largo di Marsala, il primo parco eolico galleggiante del Mediterraneo.
Il progetto è stato sviluppato dalla società danese Copenhagen Offshore Partners con il sostegno del fondo Copenhagen Infrastructure Partners, specializzato in grandi progetti di energia rinnovabile in tutto il mondo, ed è stato presentato prima dello scoppio della pandemia da Covid-19 al ministero dell’Ambiente e al ministero delle Infrastrutture.
Il parco, composto da 25 pale galleggianti da 10 MW ciascuna e invisibile dalla costa siciliana, comporta un investimento di oltre 740 milioni. La tecnologia utilizzata si chiama TetraSpar ed è stata sviluppata da Henrik Stiesdal, il padre dell’energia eolica danese.
L’eolico offshore è il segmento più in crescita di questa tecnologia: nell’ultimo decennio è cresciuto del 30 per cento all’anno, grazie allo sviluppo di turbine sempre più grandi e più potenti, con una consistente riduzione dei costi.
Pur rappresentando ancora meno dell’1% della produzione mondiale di elettricità, l’eolico offshore sta diventando centrale nella generazione elettrica del Nord Europa. Secondo l’International Energy Agency (IEA), infatti, nei prossimi 20 anni l’eolico offshore attrarrà investimenti per 840 miliardi di dollari, equivalenti a quelli nel gas naturale.
La stessa Agenzia stima anche che le turbine eoliche galleggianti potrebbero fornire elettricità sufficiente a soddisfare 11 volte la domanda mondiale di elettricità, in base alle proiezioni del fabbisogno previsto nel 2040.
Inoltre, Bloomberg New Energy Finance prevede una crescita esponenziale per l’eolico galleggiante, che dovrebbe arrivare a 3,5 GW installati entro il 2030.
Data la dimensione di questi impianti, l’Italia potrebbe diventare un leader di questo settore in grandissima crescita, perché ha le strutture per affrontare le turbine giganti, assenti nel resto del Mediterraneo.