Il Ftse Italia Banche chiude invariato e tenendo meglio dell’omologo europeo (-1,3%), non impedendo però al Ftse Mib (-0,6%) di chiudere in calo.
Sul versante internazionale le preoccupazioni restano legate al diffondersi del coronavirus nel Mondo (anche se ci sono segnali di rallentamento), a cui governi (con alcune divergenze) e banche centrali stanno ponendo in essere varie manovre per farvi fronte, con il focus che resta sulla velocità di recupero dell’economia, anche alla luce di una potenziale seconda ondata di contagi e in attesa di un possibile vaccino.
Da ultimo è stato raggiunto l’accordo tra gli Stati europei sul Recovery Fund da 750 miliardi, di cui 209 miliardi spetteranno all’Italia.
Anche sul fronte italiano restano forti timori legati al coronavirus dopo i molti contagi (anche se si sta manifestando una riduzione) per i riflessi negativi sull’economia, che porteranno secondo stime a un forte crollo del Pil nel 2020 (oltre l’8% e anche il 10%), nonostante il Governo stia tentando di arginare la situazione.
In questo contesto, con lo spread rimasto in area 150-155 pb, il settore è stato frenato da qualche realizzo dopo i rialzi seguiti anche in scia alle attese sul consolidamento del settore.
Su Ftse Mib prese di beneficio su Ubi (-0,4%), su cui prosegue l’Opas promossa da Intesa Sanpaolo (-0,5%), che ha alzato il corrispettivo dell’offerta con una componente cash di 0,57 euro, a cui aderiranno alcuni dei principali azionisti della stessa Ubi. Intesa Sanpaolo ha confermato i target dopo il rialzo dell’offerta. Tiene UniCredit (+0,1%), il cui vertice ha smentito i rumor di M&A e che prosegue il de-risking.
Sul Mid Cap brilla Mps (+6,8%), sulle attese di M&A dopo che il cda ha scelto l’advisor per valutare le opzioni strategiche e dopo l’intervento dell’agenzia Moody’s sui rating. Ritraccia Bper (-0,9%), indicata dalle indiscrezioni tra i possibili protagonisti del consolidamento.
Tra le Small Cap focus su Carige, per cui sembra allontanarsi il ritorno in Borsa al momento.