Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso dello 0,9% e in linea all’analogo europeo (-1,3%), risentendo dello stop del comparto bancario (-0,5%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,6%).
Sul versante internazionale le preoccupazioni restano legate al diffondersi del coronavirus nel Mondo (anche se ci sono segnali di rallentamento), a cui governi (con alcune divergenze) e banche centrali stanno ponendo in essere varie manovre per farvi fronte, con il focus che resta sulla velocità di recupero dell’economia, anche alla luce di una potenziale seconda ondata di contagi e in attesa di un possibile vaccino.
Da ultimo è stato raggiunto l’accordo tra gli Stati europei sul Recovery Fund da 750 miliardi, di cui 209 miliardi spetteranno all’Italia.
Anche sul fronte italiano restano forti timori legati al coronavirus dopo i molti contagi (anche se si sta manifestando una riduzione) per i riflessi negativi sull’economia, che porteranno secondo stime a un forte crollo del Pil nel 2020 (oltre l’8% e anche il 10%), nonostante il Governo stia tentando di arginare la situazione.
La frenata del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management.
Sul listino principale realizzi su Nexi (-2%), dopo che gli ultimi rumor hanno indicato in stallo le trattative per una potenziale fusione con Sia. Sottotono Exor (-0,2%), che prosegue con l’acquisto dei titoli Gedi.
Tra le Mid Cap vendite su Banca Ifis (-2,3%), mentre salgono doValue (+0,3%) e Cerved (+0,8%), quest’ultima in attesa dei conti.
Tra le Small Cap continua il saliscendi di Banca Intermobiliare (-4,1%), che ieri ha visto terminare l’aumento di capitale da 36,8 milioni e il cui Ad Claudio Moro in un’intervista ha spiegato che la banca vorrebbe proporsi con un ruolo aggregante.