Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dello 0,9% e tenendo meglio dell’omologo europeo (-1,9%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,1%).
Sul versante internazionale le preoccupazioni restano legate al diffondersi del coronavirus nel Mondo (anche se ci sono segnali di rallentamento), a cui governi (con alcune divergenze) e banche centrali stanno ponendo in essere varie manovre per farvi fronte, con il focus che resta sulla velocità di recupero dell’economia, anche alla luce di una potenziale seconda ondata di contagi e in attesa di un possibile vaccino.
Da ultimo è stato raggiunto l’accordo tra gli Stati europei sul Recovery Fund da 750 miliardi, di cui 209 miliardi spetteranno all’Italia.
Anche sul fronte italiano restano forti timori legati al coronavirus dopo i molti contagi (anche se si sta manifestando una riduzione) per i riflessi negativi sull’economia, che porteranno secondo stime a un forte crollo del Pil nel 2020 (oltre l’8% e anche il 10%), nonostante il Governo stia tentando di arginare la situazione.
In questo contesto, nonostante lo spread rimasto in area 150 pb, sul settore sono continuati i realizzi dopo i recenti guadagni, risentendo anche dell’ufficialità allo stop a cedole e buy-back fino al termine del 2020 da parte della BCE.
Su Ftse Mib acquisti su Ubi (+0,1%), con l’Opas che ha raccolto adesioni pari al 72% già prima della chiusura dell’offerta fissata per oggi, consentendo ad Intesa Sanpaolo (+0,2%) di raggiungere il controllo dell’assemblea straordinaria agevolando con la fusione. Frena UniCredit (-2,8%), che non distribuirà dividendi e procederà con buy-back per tutto il 2020, adeguandosi alla raccomandazione BCE.
Sul Mid Cap ritraccia ancora Mps (-3,8%), con la BCE che secondo rumor di stampa potrebbe richiedere un aumento di capitale da 700 milioni per dare l’ok alla bad bank. Tornano le vendite su Bper (-3,2%), che ha semplificato la struttura societaria.
Tra le Small Cap focus su Carige, per cui sembra allontanarsi il ritorno in Borsa al momento.