Il Governo è al lavoro nell’ottica dell’uscita dal capitale di Mps che, come da accordi con le autorità europee, dovrà avvenire entro il 2021.
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, sarebbe pronto il decreto che dovrebbe dare il via libera alla privatizzazione dell’istituto senese, il quale dovrà essere esaminato dal Consiglio dei Ministri.
Il percorso dovrebbe essere agevolato dalla scissione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati (con l’Npe ratio lordo che scenderebbe al 4,3%) favore di AMCO, operazione che ha appena ricevuto l’ok della BCE e che dovrebbe essere approvato dall’assemblea nei primi giorni di ottobre, per poi essere finalizzata entro fine anno.
Ieri è stata soddisfatta una delle condizioni richieste dalla BCE per concedere il semaforo verde al progetto di scissione con l’emissione di un bond Tier2 da 300 milioni.
Il prossimo passo dovrebbe essere l’emissione di strumenti aggiuntivi Additional Tier1 per ripristinare i requisiti patrimoniali, che secondo rumor di mercato dovrebbero aggirarsi nell’ordine dei 700 milioni. Tali strumenti potranno essere sottoscritti fino al 70% (nei limiti dei fondi pubblici accantonati) dal Tesoro e per almeno il 30% dovranno finire nelle mani di investitori privati.
La banca senese si sta avvalendo della consulenza di Mediobanca per vagliare le varie opportunità strategiche, tra cui una potenziale fusione con un altro istituto. Nelle scorse settimane si sono rincorsi vari rumor sul potenziale interesse di altre banche, in alcuni casi smentiti.
Intorno alle 12:15 a Piazza Affari il titolo segna un rialzo dell’1,5% a 1,44 euro, mentre l’indice di settore guadagna l’1,8 per cento.