Il gruppo presieduto da Francesco Esposito chiude il primo semestre con risultati estremamente soddisfacenti, con ricavi balzati del 50% ed Ebitda tornato in territorio positivo, dove importante è il peso del segmento Servizi. Dinamica perfettamente in linea con la visione strategica di posizionarsi come operatore di servizi indipendente, multi regionale e multi tecnologico. Il tutto in un contesto in cui è sempre più acceso il dibattito sul climate change e sul New Geen Deal della Commissione Europea. Una sfida epocale verso la transizione sostenibile del mondo energetico, in cui PLC vuole dare il proprio contributo. Contributo visibile anche negli obiettivi di crescita, con il potenziamento degli HUB tecnologici e l’ingresso in nuovi mercati.
Storia e modello di business
Il Gruppo PLC nasce dall’esperienza ultra ventennale nel mondo delle infrastrutture elettriche del suo Presidente, Francesco Esposito, che nel 1996 decide di costituire PLC System. Realtà che nei suoi primi anni opera come piccolo installatore elettrico principalmente nella costruzione di quadri ad alta, media e bassa tensione.
“Con lo sviluppo del rinnovabile nel 2000” – ha spiegato Esposito, in un’intervista a Market Insight – “ho intravisto una grande opportunità di crescita e così PLC System si è specializzata nel settore dell’impiantistica industriale, affermandosi progressivamente in Italia come un player di riferimento nell’istallazione di infrastrutture elettriche ed elettromeccaniche, asservita alle centrali di produzione di energia rinnovabile, dalla fase di progettazione fino al collaudo dell’impianto”.
Il percorso di crescita di PLC System continua con le attività di installazione chiavi in mano di impianti energetici FER principalmente nell’eolico e fotovoltaico a cui si affiancano le attività di service, con la nascita nel 2006 di PLC Service, “con lo scopo di prestare servizi altamente specializzati, quali collaudo su apparecchiature ad alta tensione, termografia global service applicata alle sottostazioni sia in alta che in media e bassa tensione”. E dal 2010 PLC inizia a operare come vero e proprio EPC Contractor.
Nel decennio successivo, viene sviluppata un’ampia gamma di servizi sulla filiera delle rinnovabili nei settori dell’eolico, fotovoltaico, idroelettrico e recentemente anche nel biogas e nel biometano, con l’acquisizione a inizio 2020 di Schmack Biogas. Tutto ciò permette a PLC di operare anche come O&M provider fornendo il monitoraggio periodico degli impianti per assicurarne la massima efficienza, oltre alla manutenzione parziale o completa, di tipo ordinario, straordinario e anche preventivo.
Ed è “grazie all’importante percorso di trasformazione iniziato nel 2014”, ha aggiunto con orgoglio Francesco Esposito, che il gruppo PLC “si sta progressivamente affermando come un operatore multi-tecnologico e multiregionale”.
Nel 2014, infatti, Esposito – conscio che in assenza di un’adeguata preparazione e pianificazione l’azienda, fino a quel momento la classica ‘azienda famigliare’, avrebbe potuto affrontare una serie di problematiche – con il supporto della moglie e della figlia, che ancora oggi svolge un ruolo direzionale nell’HR, decide di portare nel team un manager dal lungo trascorso nel settore delle energie rinnovabili, Michele Scoppio, Amministratore Delegato dal 2018.
Il nuovo team gestisce un leverage by out che consente di liquidare i vecchi soci e nel 2017 di quotare l’azienda sul MTA di Borsa Italiana tramite un’operazione di reverse listing.
Obiettivi di crescita, il settore dei Servizi, gli Hub tecnologici e nuovi mercati
Fin dalla quotazione, ha spiegato l’Amministratore delegato Michele Scoppio, “il nostro obiettivo strategico è stato quello di posizionarci sul mercato come un operatore di servizi indipendente, multi tecnologico e multiregionale”.
Il Gruppo PLC opera in un contesto in cui è sempre più ricorrente il dibattito sul climate change e sul New Geen Deal, strumento attraverso il quale la Commissione europea vuole trasformare la nostra economia in una economia verde maggiormente sostenibile.
Ciò rappresenta “una sfida epocale che ci porterà verso la transizione del mondo energetico alla quale, considerato il nostro posizionamento nella filiera, ovviamente non possiamo che partecipare dando il nostro contributo” ha chiarito Scoppio.
L’obiettivo del gruppo “continua a essere la crescita, come fatto negli ultimi anni, dando particolare importanza al settore dei Servizi; quel settore che abbiamo visto essere meno influenzabile dai fattori esogeni, senza trascurare in ogni caso la componente Costruzioni”.
La crescita sarà sia per linee interne sia per linee esterne.
La crescita per linee interne avverrà “attraverso il potenziamento degli HUB tecnologici che abbiamo già costituito. Ricordo che abbiamo un HUB tecnologico dell’eolico in Germania ad Amburgo, due HUB tecnologici del fotovoltaico e delle infrastrutture elettriche ad Acerra in provincia di Napoli e un HUB tecnologico del biometano e biogas a Bolzano”.
Per quanto riguarda invece la crescita per linee esterne “puntiamo a posizionarci in mercati maturi europei come Spagna, Francia e Gran Bretagna dove allo stato attuale il gruppo non è ancora presente” ha aggiunto l’Ad.
I numeri del semestre
Il primo semestre 2020 si è chiuso con ricavi consolidati pari a circa 24,5 milioni, in aumento di oltre il 50% rispetto all’analogo periodo del 2019. “Un elemento estremamente importante è che il 76% di questi ricavi derivi dal segmento Servizi e quindi perfettamente in linea con la nostra visione strategica di posizionarci come un operatore di servizi multi regionale e multi tecnologico”, ha sottolineato il manager.
A livello di risultato operativo, l’Ebitda è tornato in territorio positivo per 1,1 milioni, con un differenziale positivo rispetto allo stesso periodo del 2019 di oltre 2,6 milioni, “a dimostrazione del fatto che la flessione del 2019 era stata determinata da un ritardo da parte del Governo italiano nella pubblicazione del decreto FER1”. A livello di risultato economico, invece, il risultato è leggermente negativo (-0,4 milioni), “essenzialmente per le quote di ammortamento che scontano anche l’applicazione dei principi internazionali IFRS 16 e IFRS 3”.
Un ulteriore tassello estremamente positivo è rappresentato da un indebitamento finanziario netto in miglioramento di oltre 3,6 milioni rispetto al 31 dicembre 2019, assestandosi a 4,4 milioni e quindi “a testimonianza che oggi il gruppo è solido non soltanto da un punto di vista economico ma anche dal punto di vista finanziario”.
“Siamo estremamente soddisfatti dei risultati, leggermente al di sotto di quelle che erano le attese per il primo semestre di quest’anno, ma dobbiamo considerare il contesto macroeconomico che ci circonda anche a seguito della pandemia da Covid”. E questo, ha ribadito il CEO, “dimostra il grande lavoro di sviluppo e di trasformazione che appunto è stato avviato negli scorsi anni”.
Il gruppo ha registrato un impatto da Covid-19 che ha interessato maggiormente il segmento della Costruzione, “in particolare modo il settore del biogas e del biometano e in parte anche la componente di Erection dei servizi di installazione di turbine eoliche”.
In miglioramento invece i servizi di Manutenzione, “in linea quindi con le nostre attese a dimostrazione appunto che questo settore è meno impattato da fattori esogeni. Questo perché gli impianti vengono riconosciuti di pubblica utilità e la loro natura è considerata indifferibile”.
Buone prospettive di un mercato in fermento
“Sia per l’esercizio in corso che per i prossimi 24 mesi ci aspettiamo grande fermento nel mercato”, ha spiegato Scoppio. “Con riferimento al mercato Italia abbiamo due strumenti trainanti: il Decreto FER1, a sostegno delle rinnovabili classiche, e il Decreto Ministeriale del 2018 a sostegno del biometano, che prevedono rispettivamente nuove installazioni per circa 8.000 MW con investimenti stimati per 9 miliardi e immissione in rete di biometano per 1,1 miliardi di metri cubi e investimenti per oltre 1,8 miliardi”.
Stesso fermento si registra in tutti i Paesi Membri dell’Unione Europea, dove “vediamo un grande impulso sia per quanto riguarda i PPA (Power Purchase Agreement, ndr) sia per quanto riguarda la market parity”.