Banca Sistema – Margine di intermediazione a 72,1 mln nei 9M 2020

Banca Sistema ha chiuso il i primi nove mesi del 2020 con un margine di intermediazione pari a 72,1 milioni (-1,3% a/a) e un utile netto di 19,5 milioni (-9% rispetto ai primi nove mesi del 2019). I risultati includono gli effetti dell’acquisizione del ramo credito su pegno da Intesa Sanpaolo, perfezionata lo scorso luglio.

Nei primi nove mesi del 2020 Banca Sistema ha registrato una buona tenuta del margine di intermediazione.
IL calo dell’utile netto è principalmente spiegabile dai minori interessi di mora sul factoring, dall’incremento di costi non ricorrenti per l’integrazione del ramo credito su pegno acquisito da Intesa Sanpaolo (0,6 milioni) e dal maggiore contributo al Fondo di Risoluzione (+0,9 milioni lordi; +75% a/a).
Il margine di intermediazione si è fissato a 72,1 milioni (-1,3% a/a), al cui interno il margine di interesse è sceso a 52,8 milioni (-9,5%), ascrivibile per la quasi totalità al business factoring per un minor contributo complessivo degli interessi di mora nelle sue componenti e di minori ricavi generati dal portafoglio non in azione legale. Le commissioni nette sono ammontate a 11,9 milioni (-4,8%).

I costi operativi sono aumentati a 37,3 milioni (+10,2%), al cui interno quelli per il personale sono saliti a 17,2 milioni (+9,5% a/a) con l’aumento dell’organico, frutto anche
dell’acquisizione del citato ramo d’azienda, mentre gli altri costi operativi sono cresciuti a 20,1 milioni (+10,8%), per il maggior contributo al Fondo di Risoluzione oltre che per oneri non ricorrenti legati all’integrazione del ramo d’azienda credito su pegno e per il consolidamento dello stesso ramo.

Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 34,8 milioni (-11,2%) e,

dopo rettifiche su crediti salite a 7,2 milioni (+12,5%, a causa dell’aggiornamento dei modelli di impairment a seguito al peggioramento del contesto macroeconomico causato dall’emergenza sanitaria in atto), il risultato netto di gestione si è fissato a 27,6 milioni (-15,9%) e l’utile netto a 19,5 milioni (-9%), includendo anche l’utile riveniente dalla vendita del 25% della controllata ProntoPegno.

Dal lato patrimoniale, a fine settembre gli impieghi crescono a 3.790 milioni (+3,3% rispetto al 31 dicembre 2019), spinti dall’aumento dei crediti verso clienti a 3.131 milioni (+3,3% rispetto a fine 2019).

La raccolta aumenta a 3.489 milioni (+2,1% rispetto al 31 dicembre 2019), al cui interno quella da clientela scende a 2.226 milioni (-12,7% rispetto a fine 2019) mentre aumenta quella bancaria a 839 milioni (+116% rispetto al 31 dicembre 2019) ed è strettamente collegato all’acquisizione del ramo d’azienda credito su pegno.

Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 settembre il CET1 ratio pro-forma si fissa al 12 per cento.

Nel corso del terzo trimestre, a seguito della pandemia da Covid-19, il gruppo ha sperimentato un lieve calo di redditività, soprattutto nel segmento del factoring derivante dalla minore contribuzione degli interessi di mora, che potrebbe protrarsi nell’ultima parte dell’anno.