Irce ha chiuso i primi nove mesi del 2020 con ricavi consolidati in calo del 14,5% a 205,9 milioni, prevalentemente per effetto della contrazione delle vendite legata agli effetti della pandemia ma in miglioramento nel terzo trimestre.
L’Ebitda ammonta a 6,2 milioni, in lieve calo (-1,4%) rispetto al pari periodo 2019, con la relativa marginalità al 3% (+40 punti base), grazie alla riduzione dei costi operativi.
L’Ebit è invece negativo per 0,2 milioni rispetto al risultato positivo per 0,9 milioni al 30 settembre 2019, scontando maggiori accantonamenti e svalutazioni (da 0,1 milioni a 0,6 milioni nei 9M 2020) e ammortamenti (da 5,2 a 5,7 milioni).
L’utile netto si è ridotto da 2,1 a 0,6 milioni.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 36,8 milioni, in diminuzione rispetto a 42 milioni al 31 dicembre 2019 per effetto della contrazione del circolante.
Per quanto riguarda l’evoluzione prevedibile della gestione, il gruppo prevede per l’intero esercizio 2020 un ulteriore miglioramento rispetto ai risultati dei primi nove mesi, proseguendo nelle azioni di contenimento dei costi.