Creval – In attesa delle mosse del cda dopo l’Opa annunciata da Crédit Agricole Italia

Dopo l’annuncio dell’Opa volontaria totalitaria promossa da Crédit Agricole Italia, controllata di Crédit Agricole, sulle azioni di Creval, il mercato attende le possibili contromosse dell’istituto valtellinese.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, già oggi potrebbe essere convocato il cda per prendere atto dell’offerta per conferire all’Ad Luigi Lovaglio le deleghe per dare avvio al processo di valutazione dell’offerta.

Il primo passaggio, secondo quanto riporta il quotidiano, sarà la scelta dell’advisor finanziario per valutare l’offerta.

Per poter avere un quadro più chiaro sugli aspetti finanziari ed esprimersi eventualmente sulla congruità dell’offerta, bisognerà attendere il deposito del documento di offerta presso la Consob che, riporta il giornale, dovrebbe avvenire tra l’11 e il 13 dicembre, cioè una ventina di giorni dopo l’annuncio dell’Opa.

Lunedì 23 novembre Crédit Agricole Italia ha annunciato l’intenzione di lanciare l’Opa sulla banca lombarda a 10,50 euro per azione, prezzo che incorpora un premio del 21,4% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì 20 novembre, ultima seduta prima dell’annuncio.

Intanto intorno alle 12:25 a Piazza Affari il titolo guadagna lo 0,5% a 10,98 euro (ieri aveva chiuso a 10,93 euro), mantenendosi sopra il prezzo dell’Opa, superato già il giorno dell’annuncio.

Secondo alcuni operatori di mercato, il tutto potrebbe essere interpretato come un’aspettativa di rialzo dell’offerta da parte di Crédit Agricole. “La nostra offerta ha già un extra premio perché è tutta cash”, ha spiegato in un’intervista a Il Sole 24 Ore Giampiero Maioli,  Ceo di Crédit Agricole Italia.

L’aumento del corrispettivo dell’offerta, secondo quanto riporta Reuters potrebbe essere giustificato anche dai possibili impatti positivi legate alla trasformazione in crediti di imposta delle DTA; misura quest’ultima che il Governo potrebbe inserire nella Legge di Bilancio per incentivare le fusioni.

Secondo quanto si apprende da Reuters, il Movimento 5 stelle starebbe preparando un emendamento alla manovra per limitare suddetta misura. Rumor di stampa riportano che la soglia minima per beneficiare della misura dovrebbe essere fissata a 500 milioni mentre la bozza della manovra prevede un limite pari al 2% degli attivi della più piccola tra le società che si aggregano.