A dicembre 2020, secondo quanto rilevato da Terna, la domanda di elettricità in Italia è stata pari a 25,9 miliardi di kWh, in crescita dell’1,1% rispetto a dicembre del 2019 e dello 0,3% rispetto a novembre 2020.
Un risultato ottenuto con un giorno lavorativo in più (21 vs 20) ed una temperatura media mensile inferiore di quasi 1°C rispetto a dicembre dello scorso anno. Il dato destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura porta la variazione
a -0,6%.
L’anno 2020 risulta invece in calo del 5,3% rispetto al 2019. Con valori rettificati la variazione non cambia.
In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e
temperatura della domanda elettrica di dicembre 2020 ha fatto registrare un +0,3% rispetto al mese precedente. Il risultato mantiene il trend su un andamento stazionario.
A livello territoriale, la variazione di dicembre 2020 è risultata ovunque positiva: +0,8% al Nord e al Centro, e +1,9% al Sud e Isole.
Sul fronte del mercato all’ingrosso, il Prezzo unico nazionale (Pun) è stato pari a 54,04 €/MWh nel mese in esame, in aumento del 24,7% su base annua e del 10,8% su base mensile.
Nel mese in esame la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’87,3% con produzione nazionale e per la quota restante (12,7%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 32% del fabbisogno.
In dettaglio, la produzione nazionale netta (22,9 miliardi di kWh) è risultata in aumento dell’1,5% rispetto a dicembre del 2019. In crescita le fonti di produzione termica (+14%) e geotermica (+3%). In calo invece le fonti di produzione idrica (-23,1%), eolica (-17,1%) e fotovoltaica (-16,2%).
La potenza massima (c.d. punta di potenza) richiesta a dicembre scorso è stata pari a 52.027 MW, registrata giovedì 3 dicembre, inferiore del 3,3% rispetto al valore registrato alla punta dello stesso mese del 2019.
Commento
Nel complesso, i dati sulla produzione di energia elettrica a dicembre 2020 sono positivi per gruppi come Enel, Edison, A2A e Iren, che hanno beneficiato della maggiore produzione termica (+14%), che ha comunque compensato il calo dell’output idrico (-23,1), eolico (-17,1%) e fotovoltaico (-16,2%).
I dati in esame sono negativi invece per realtà come Erg (esposta anche a idroelettrico e fotovoltaico), Falck Renewables (esposta anche al fotovoltaico) e Alerion Clean Power, focalizzate in prevalenza sulla generazione da fonte eolica (-17,1%).