Digital Magics (Aim) – Insieme a CDP per accelerare la crescita delle startup in Italia

Negli ultimi sei mesi Digital Magics ha completato due sessioni di co-investimento con CDP Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione, supportando 14 startup che hanno raccolto complessivamente 12,1 milioni. “Questa seconda iniezione di capitali sottolinea la continuità dell’efficace collaborazione con CDP Venture Capital Sgr e il suo team, e conferma l’accelerazione nell’investimento di terzi e la crescita delle opportunità per le startup italiane”, ha dichiarato Marco Gay, Ad di Digital Magics. “Le partecipate hanno trovato un partner importante come CDP, che insieme a Digital Magics e agli altri investitori ha permesso loro di concretizzare la raccolta di equity, capitale strategico per i piani futuri.”

“La forte innovazione rispetto al passato è stata la scelta di CDP di operare nella fase early stage, facendosi affiancare da operatori come Digital Magics specializzati nel segmento del seed funding”, aggiunge Gabriele Ronchini, fondatore e Amministratore Delegato di Digital Magics con focus sullo sviluppo del portafoglio. Questo approccio ha permesso di affidare la gestione delle operazioni a player esperti nel venture capital, accelerando gli investimenti e chiudendo 13 round seed in circa tre mesi ciascuno, per un ammontare medio tra i 500 ed i 600 mila euro, oltre all’aumento di capitale in Buzzoole per 5 milioni di Euro.

“Un risultato straordinario, se si pensa che mediamente sono necessari dai 6 ai 12 mesi per operazioni di queste dimensioni, favorito anche dall’utilizzo di uno strumento standardizzato e rapido come il convertendo”. Quest’ultimo, infatti, ha permesso agli investitori, tra cui anche la stessa CDP (che ha eseguito, nelle operazioni seed, un investimento medio tra i 200 ed i 250 mila euro) di assicurarsi un posizionamento futuro, senza imporre vincoli complessi tipicamente utilizzati come tutela per gli investimenti di ammontare più elevato.

Il business del venture capital, specialmente nella parte early stage, è per sua natura fortemente “statistico” e caratterizzato da un tasso di mortalità molto alto. “La possibilità di chiudere operazioni così rilevanti e in così poco tempo permette di realizzare un quantitativo di investimenti molto più ampio, portando più aziende nei round successivi, per poi concentrarsi sulle aziende dalle maggiori potenzialità, sulle quali è opportuno fare follow on”, spiega Ronchini.

“La presenza di un socio significativo come CDP in una fase iniziale ha permesso di moltiplicare la raccolta, fungendo da traino per gli investitori terzi che hanno partecipato ai round. Per quanto riguarda le startup, inoltre, la presenza di un player così rilevante può dare una spinta enorme alla crescita, senza limiti e regole troppo stringenti che ne possono ostacolare lo sviluppo.”

Peraltro, la scelta di delegare la selezione degli investimenti ad acceleratori specializzati come Digital Magics risulta vincente anche perché un fondo che investe tipicamente importi superiori avrebbe costi operativi troppo elevati per fare tanti investimenti dalle dimensioni più ridotte.

Nel complesso, conclude Ronchini, “è stata un’esperienza positiva, assolutamente da replicare e da rendere il più possibile strutturale, per contribuire alla crescita del sistema delle startup e alla digitalizzazione del Paese”.

 

Descrizione dell’operazione

L’incubatore di startup Digital Magics ha recentemente completato un nuovo round di investimenti insieme a CDP Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione, dando seguito alle operazioni effettuate a settembre 2020. Le startup oggetto di coinvestimento sono così salite da 6 a 14, con una raccolta complessiva che ha raggiunto i 12,1 milioni di euro, di cui 7,1 milioni in round seed nell’ambito dei programmi “AccelerORA” e “Seed Per il Sud”, oltre a 5 milioni nell’aumento di capitale di Buzzoole.

Più in dettaglio, CDP Venture Capital Sgr ha partecipato con circa 6,4 milioni attraverso il Fondo Acceleratori (tramite il programma “AccelerORA”) e il Fondo Italia Venture II (tramite il programma “Seed per il Sud” che ha co-investito in 4 operazioni seed). Ai round di investimento hanno partecipato, oltre a Digital Magics che ha investito circa 500 mila euro, e CDP Venture Capital Sgr, anche investitori professionali e istituzionali per oltre 5 milioni.

Gli investimenti nei round seed sono stati realizzati attraverso la sottoscrizione di finanziamenti “convertendo” (quindi senza opzione di rimborso). Le startup hanno concluso la raccolta mediamente in 3-4 mesi, con due sessioni di investimento (una ad agosto – 6 startup – e l’altra a novembre – 7 startup). Le operazioni sono state perfezionate in modo interamente digitale, a conferma del significativo interesse da parte degli investitori e delle istituzioni verso l’asset class delle startup.

 

Un approccio innovativo

“In questa fase di investimenti per le startup, CDP ha adottato un approccio molto veloce ed efficiente, costruendo dei veicoli ad hoc per singolo operatore (ad esempio Digital Magics) e creando con ciascuno di essi un team dedicato, con esperti focalizzati su questi investimenti”, spiega Gabriele Ronchini.

“La scelta di CDP di lavorare fianco a fianco con player specializzati come noi, presenti da oltre 15 anni nel settore del venture capitale con focus su early stage e seed funding, ha rappresentato la chiave di volta per il successo dell’operazione. Il contributo di persone competenti, abituate a lavorare su questo specifico segmento, ha fatto sì che tutto fosse non solo efficace ma anche molto più efficiente”, prosegue l’Ad.

“In meno di 6 mesi sono state finalizzate 13 operazioni e questo è un grande risultato per tutti: per CDP, che ha fatto ottimi investimenti, ma anche per il mercato stesso e per le startup, che hanno accelerato la raccolta di funding in fase seed potendo contare su un player in grado di garantire un commitment fino al 70% della raccolta stessa.”

 

L’effetto leva sulla raccolta

“Questo approccio ha determinato un’accelerazione negli investimenti anche da parte di terzi, generando un fattore moltiplicativo di cui ha beneficiato tutto il sistema”, afferma Ronchini. “La struttura delle operazioni ha innescato un effetto leva che ha permesso di incrementare notevolmente l’aumento di capitale complessivo del round, ovvero il seed”.

Basti pensare infatti che l’ammontare medio dei round si è attestato tra i 500 ed i 600 mila euro, superando in alcuni casi anche 1 milione di raccolta, con una partecipazione media tra i 200 ed i 250 mila euro da parte di CDP (che aveva un limite di 300 mila euro per investimento).

Un altro aspetto da sottolineare è l’adattabilità della formula a livello settoriale e territoriale (con 4 coinvestimenti nell’ambito del programma “Seed per il Sud”). Da una parte, emerge la forte concentrazione (6 investimenti su 13) nel fintech & insurtech, in cui Digital Magics è lead investor nel contesto early stage, con 22 investimenti e oltre 25 milioni raccolti dalle startup partecipate oltre alla exit di Moneymour (completata nel 2020), ceduta a Klarna. Dall’altra, gli investimenti spaziano anche tra i segmenti enterprise software, ecommerce/marketplace e foodtech.

 

Il ruolo di CDP per la crescita del mercato

La partecipazione di CDP in questi round di investimenti funge da volano per il sistema e rappresenta un elemento di novità rispetto al passato, quando entrava in scena tipicamente nelle fasi successive, concentrandosi su investimenti di taglio superiore.

“Questa scelta di campo di lavorare anche nel mercato early stage è brillante perché consente ai potenziali campioni di emergere più velocemente”, spiega Ronchini. “Laddove non ci sono sufficienti investimenti nel seed fund, la crescita delle startup è inevitabilmente rallentata e si riduce il numero di aziende su cui sarà possibile investire nei round successivi. Di conseguenza, i grandi fondi si trovano con molta liquidità e poche aziende target”.

“CDP ha capito questa dinamica e sta contribuendo a sviluppare un ecosistema più favorevole, sfruttando il proprio ruolo istituzionale sia come operatore diretto, attraverso finanziamenti che convertirà al momento dell’esecuzione di un round qualificato successivo, sia per dare una spinta all’intero sistema, incentivando gli investimenti di terzi.”

 

Il caso Buzzoole

Ai 13 investimenti conclusi nei due round tra agosto e gennaio si aggiunge l’aumento di capitale da 5 milioni della startup Buzzoole, al quale hanno partecipato il Fondo Italia Venture II (con circa 3,5 milioni), Vertis SGR (1 milione) e StarTIP del gruppo Tamburi Investment Partners (0,5 milioni).

Buzzoole è un influencer marketing solution provider, in grado di connettere i brand ai content creator attraverso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale e offrire alle aziende soluzioni per gestire, automatizzare e misurare le campagne di Influencer Marketing, attraverso piattaforme e algoritmi di Intelligenza Artificiale proprietari. Buzzoole collabora con oltre 850 clienti in Europa e vanta uno dei più grandi marketplace di content creator composto da circa 2 milioni di profili.

“È un investimento che ci ha visti coinvolti fin dal principio per il nostro ruolo e la nostra conoscenza delle tecnologie, del marketing e della comunicazione”, spiega Ronchini. “È un’azienda che già vedeva al suo interno soci di rilievo nel mondo del venture capital, come Vertis e StarTip, e che ha già raccolto finanze anche a livello internazionale, con una forte componente di tecnologia e scalabilità. Per tutti questi motivi CDP ha creduto nel progetto e anche noi continuiamo a seguirlo e a fare follow on”.

 

La selezione iniziale e il follow on

Uno dei principali fattori di successo per una realtà come Digital Magics, che investe in fase seed, risiede nella capacità di individuare i potenziali “campioni”, quelle realtà che hanno effettivamente la possibilità di crescere e affermarsi a livello nazionale e internazionale.

“In una prima fase sfruttiamo i programmi di accelerazione per lavorare insieme alle startup, metterle in competizione e valutare i migliori investimenti. Dobbiamo essere molto attenti nella prima fase di selezione e sfruttare il lavoro insieme per capire se il team, il mercato, i modelli di business siano in linea con i nostri criteri. Dopodiché possiamo premere sull’acceleratore e accompagnare le startup selezionate nel loro percorso di crescita”, chiarisce l’Ad.

“La fase successiva prevede l’esecuzione del follow on nelle startup con maggiori potenzialità: man mano che le società crescono dobbiamo essere in grado di concentrare gli investimenti su quelle che riteniamo veramente vincenti, evitando di dedicare tempo e risorse finanziarie alle altre”.

Gli investimenti eseguiti nei due round con CDP Venture Capital Sgr sono quasi tutti follow on (ad eccezione dell’investimento in Surgiq), coerentemente con la strategia di investimento di Digital Magics. Da sottolineare, infatti, che il 40% del portfolio degli ultimi due anni ha già ricevuto un follow on.

 

Un’iniziativa da replicare in maniera sistematica

Nel complesso, l’operazione è da valutare in modo estremamente positivo, ma è comunque possibile rimarcare alcuni aspetti ulteriormente migliorabili, illustrati da Ronchini.

“Innanzitutto, bisogna far sì che collaborazioni di questo tipo diventino sistematiche. Qualcuno potrebbe pensare che questa iniziativa sia in qualche modo figlia dell’attuale situazione di crisi, ma non è così. Si tratta di un processo che era già in atto e semmai è stato solo accelerato dalla situazione attuale. Ora però è necessario che queste operazioni diventino strutturali e vengano riproposte nei prossimi anni, allocando una quota continuativa e significativa dei miliardi in arrivo dalle istituzioni comunitarie per la digitalizzazione dell’Italia, per fare veramente sistema.”

Altri fattori su cui vale la pena ragionare, secondo l’AD, possono essere “la tipologia di strumento, per valutare se altri approcci possano essere ancora più efficaci, nonostante il convertendo abbia funzionato molto bene. Inoltre, si può pensare a verticalizzazioni in grado di coinvolgere operatori specifici dei vari settori, oltre a valutare un allentamento dei vincoli di investimento, lasciando esprimere in misura ancora maggiore l’effetto moltiplicatore. Infine, bisognerebbe divulgare di più queste collaborazioni, favorendo l’accesso di realtà che tipicamente non operano nel venture capital.”

 

La crescita delle startup nel portafoglio di Digital Magics

Fra i tanti aspetti positivi, è doveroso sottolineare anche quelli che riguardano più direttamente Digital Magics nello specifico.

Innanzitutto, operazioni di questo tipo accrescono il valore delle startup in portafoglio, attraverso cui passa il Net Asset Value della Società, che secondo le stime di Banca Akros vale all’incirca 50 milioni di euro. Ricordiamo inoltre che il fatturato aggregato delle startup in portafoglio è uno dei principali KPI monitorati da Digital Magics ed evidenzia un tasso medio annuo di crescita pari al 40% nel periodo 2016-2019.

Alcuni degli investitori terzi (professionali ed istituzionali) che hanno partecipato ai round eseguiti mediante finanziamento “convertendo” hanno già convertito il proprio finanziamento (e, in alcuni casi, anche la stessa Digital Magics) e ciò si è tradotto in un incremento della valutazione delle partecipate del 150% rispetto alle valutazioni post money dei precedenti round. Un dato estremamente positivo, tenendo conto che la maggior parte dei “primi” investimenti nelle startup su cui si è co-investito sono stati eseguiti negli ultimi due anni.

 

L’importanza del tempo e il rapporto con CDP

Il secondo effetto positivo, legato al primo, consiste proprio nell’accelerazione, ossia nella possibilità per queste startup di raccogliere in brevissimo tempo ingenti risorse per la propria crescita.

“Il tempo è la risorsa più importante per le startup, ancor più del denaro”, afferma Ronchini. “Paradossalmente, avere il doppio delle finanze tra un anno è peggio che averne la metà subito perché la competizione è globale, quindi il fatto di ottenere risultati concreti in così poco tempo rappresenta un’accelerazione fantastica. Oggi, le startup che hanno ricevuto queste risorse hanno guadagnato almeno sei mesi nella loro roadmap, un fattore determinante per una startup in fase early stage”.

Un ultimo aspetto rilevante è “l’ulteriore consolidamento della conoscenza reciproca con CDP, un fattore che nel medio periodo porterà giovamento sia a Digital Magics sia al sistema. Il fatto che una realtà così istituzionale e un operatore leader lavorino così bene insieme, con un allineamento dei reciproci interessi, non può che portare il mercato a crescere più velocemente, con benefici per tutti.”