Saudi Aramco ha chiuso il 2020 con un utile netto in calo del 44% a 49 miliardi di dollari, con un free cash flow crollato di quasi il 40% a 49 miliardi di dollari.
Ciononostante, la più grande oil company al mondo ha confermato il maxi-dividendo da 75 miliardi di dollari, il più alto di qualsiasi società quotata, pur in un 2020 che, per stessa ammissione del Ceo Amin Nasser, è stato uno degli anni più sfidanti della storia recente.
La cedola è sopravvissuta infatti a una delle maggiori crisi del settore petrolifero degli ultimi decenni, con la pandemia di coronavirus e una guerra sui prezzi che hanno causato un crollo delle quotazioni del greggio.
Il colosso saudita è però ricorso a un maggior indebitamento negli ultimi dodici mesi per pagare i dividendi anche in seguito a una diminuzione del cash flow, mantenendo comunque un gearing inferiore a società come Royal Dutch Shell.
La società ha però dichiarato che non aumenterà la cedola quest’anno, prevedendo inoltre di diminuire i Capx a 35 miliardi di dollari dai 45 miliardi indicati nella precedente guidance. Un segnale di cautela nonostante le campagne di vaccinazioni abbiano sostenuto il rally delle quotazioni del greggio da inizio anno fino a circa 65 dollari al barile.