Iniziative Bresciane (INBRE) ha recentemente perfezionato l’acquisizione del 100% di Appennino Energia (AE) e di Serchio Power (SP), titolari di tre impianti idroelettrici in provincia di Lucca, per una capacità nominale installata complessiva pari a circa 4,7 MW e un enterprise value di 12,3 milioni.
Acquisto a fronte di un prezzo provvisorio di circa 4,9 milioni, 1,5 milioni per AE e 3,4 milioni relativi a SP, in esecuzione del contratto preliminare sottoscritto lo scorso aprile.
“La valutazione che ci ha portati a concludere l’accordo con Electrade è perfettamente in linea con i parametri che noi consideriamo per acquisizioni analoghe e riteniamo quindi di ottenere risposte positive in sede di efficientamento degli impianti e rinegoziazione dei finanziamenti con gli istituti di credito”, afferma Alberto Rizzi, Direttore Generale di Iniziative Bresciane in un’intervista rilasciata a Market Insight.
Nel frattempo, “abbiamo già preso possesso delle tre centrali e stiamo ora lavorando sugli aspetti tecnici e gestionali che, nell’arco di qualche mese, ne miglioreranno le prestazioni rendendole paragonabili ai rendimenti che ci attendiamo dagli impianti sviluppati internamente”.
A valle di queste migliorie, inoltre, “siamo confidenti di potere replicare anche per questi nuovi impianti quella marginalità del 70% sui ricavi che storicamente il nostro gruppo è in grado di esprimere”, sottolinea Rizzi.
Certamente, l’operazione con Electrade rafforza la presenza di INBRE in Toscana, dove proseguono i lavori per il “Progetto Fiume Arno”, con i dodici impianti idroelettrici di titolarità di Iniziative Toscane (potenza di concessione complessiva di circa 9,5 MW), i cui cantieri sono stati avviati a novembre 2020 e che hanno un arco temporale di sviluppo all’incirca di 20 mesi.
“Oggi sicuramente la Toscana è diventata una Regione strategica per il nostro business dove sono concentrati i nostri maggiori investimenti per il 2021, con circa 77 milioni di risorse – di cui circa 65 milioni per il progetto sull’Arno e oltre 12 milioni per le centrali in provincia di Lucca.
“Crediamo inoltre di non fermarci all’acquisizione di questi 3 impianti, qualora si presentassero altre opportunità. Infatti, dopo avere posto un presidio nella zona di Firenze con l’Arno e nella Garfagnana con il Serchio, stiamo sondando quali ulteriori risorse siano presenti nella Regione per crescere ulteriormente sia con lo sviluppo di nuovi progetti, come siamo abituati a fare, sia per vie esterne”, evidenzia il DG.
Le operazioni sui due fiumi toscani imprimono quindi una poderosa accelerazione sul fronte della pipeline di progetti idroelettrici ma anche in termini di espansione della capacità produttiva di Gruppo.
L’accordo con Electrade, infatti, si inserisce in un primo semestre in fermento che preannuncia un “anno record dal punto di vista dell’incremento del numero degli impianti rispetto al 2020”, afferma con soddisfazione Rizzi. “Nei primi mesi del 2021 – ricorda – sono entrati in esercizio quattro centrali da circa 1,2 MW in provincia di Brescia e Bergamo e ,più recentemente, altri due impianti nelle medesime province lombarde”.
“Considerati anche i tre impianti in provincia di Lucca, arriviamo a un totale di 9 nel solo primo semestre, a fronte di una programmazione media di 4 o 5 centrali all’anno”. E “Sebbene si tratti nel complesso di impianti di dimensioni contenute, ci attendiamo sicuramente un apporto importante da queste nuove produzioni”.
Guardando al prossimo futuro, “a livello nazionale, la crescita del valore dell’energia è un aspetto molto positivo per noi, in particolare per quanto riguarda gli impianti non incentivati, sebbene rappresentino poco meno del 10% del portafoglio del Gruppo in termini di valorizzazione. Il raddoppio del prezzo dell’energia, rispetto ai 30 €/GWh registrati in questo stesso periodo nel 2020, avrà certamente un impatto positivo sui ricavi relativi agli impianti non incentivati. E questo trend è in ulteriore ascesa”.
“Per quanto riguarda invece le prossime mosse sul fronte degli incentivi, un aspetto che ci tocca da vicino – prosegue il manager – dopo gli ultimi Decreti che li hanno posizionati su un orizzonte di 20-25 anni, ci attendiamo un ulteriore intervento da parte del Governo, in particolare modo in tema di mini-idro, tutti fattori che ci portano oggi a pensare come questi interventi siano necessari e indispensabili, guardando anche al contesto europeo e mondiale”.
Per certi versi, “stiamo già assistendo a un cambio di passo; infatti, le risorse europee che arriveranno per l’attuazione del PNRR del Governo Draghi saranno in buona parte incanalate per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Dal lato degli intermediari finanziari, invece, alcune policy aziendali prevedono l’impossibilità per gli istituti di investire in energie tradizionali, che quindi si dovranno orientare verso quelle rinnovabili”.
“Da parte nostra, conclude Alberto Rizzi, confermiamo l’impegno a proseguire nella realizzazione di nuovi impianti idroelettrici per crescere dimensionalmente creando solide basi per un futuro positivo”.
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