Generali – La governance resta al centro dell’attenzione

Scatta il conto alla rovescia in vista del cda del prossimo 27 settembre, da cui potrebbe emergere un quadro più chiaro sulla futura governance di Generali.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, la compagnia e la Delfin di Leonardo Del Vecchio si starebbero muovendo per sondare il mercato e sono stati arruolati i proxy adviser, Morrow Sodali e Georgeson per definire quelli che saranno gli equilibri della futura assise degli azionisti, in vista del riassetto del vertice che si compirà con l’assemblea di bilancio della primavera 2022.

Prima del cda del prossimo 27 settembre, chiamato a decidere se dare il via libera alla lista promossa dal cda uscente (come previsto dallo statuto dopo le recenti modifiche), si dovrebbe di nuovo riunire il comitato nomine (dopo il nulla di fatto della settimana scorsa), probabilmente venerdì 24 settembre secondo rumor, per discutere di alcune questioni tecniche per preparare il parere per il consiglio che a sua volta dovrà portare avanti il lavoro per l’eventuale lista del cda.

Nello scorso week end il patto di consultazione siglato da Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone ha visto l’ingresso della Fondazione Crt con suo 1,2%, portando così la quota di capitale rappresentata al 12,3% del capitale, non molto distante dalla partecipazione detenuta da Mediobanca, pari al 12,9% del capitale.

Come riportano vari organi di stampa, l’obiettivo di Caltagirone e Del Vecchio è accelerare la strategia di crescita di Generali attraverso operazioni di M&A, passando per un ricambio al vertice. La fondazione piemontese sembra essere d’accordo con questa linea.

Sull’altro versante c’è Mediobanca che, invece, punta alla riconferma dell’attuale Group Ceo, Philippe Donnet (che ha già dato la propria disponibilità per un terzo mandato), alla luce dei risultati raggiunti negli ultimi anni. L’istituto di piazzetta Cuccia avrebbe l’appoggio delle famiglie Boroli-Drago, che hanno in capo l’1,7% del capitale del Leone di Trieste.

Restano da capire le intenzioni della famiglia Benetton, azionista di Generali con il 3,97% del capitale. Secondo alcune indiscrezioni di stampa, potrebbero appoggiare la linea di Caltagirone e Del Vecchio.

Potrebbero quindi essere presentate due liste, una espressione del cda uscente che avrebbe l’appoggi di Mediobanca e della famiglia Boroli-Drago, e una espressione del patto Caltagirone-Del Vecchio-Fondazione Crt, in attesa di capire come si muoverà la famiglia Benetton.

Secondo MF, non è da escludere la possibilità di raggiungere un compromesso tra i soci storici, con una potenziale ricambio tra Donnet e un manager interno (il giornale cita Luciano Cirinà, responsabile Austria, Cee & Russia, e Marco Sesana, Ad di Generali Italia).

Tuttavia, il vero ago della bilancia sul futuro assetto di governo della compagnia potrebbe essere il mercato, considerando che il 40,2% del capitale è in mano agli investitori istituzionali e il 23,9% ai soci retail. Proprio per questo sarebbero stati arruolati i suddetti proxy adviser.

Nel frattempo la situazione, secondo quanto si apprende dalla stessa MF, viene monitorata dalla Consob (sulla cui richiesta di chiarimento i pattisti che hanno specificato che “per effetto del patto nessun soggetto acquisirà il controllo, di fatto o di diritto di Generali”), dall’IVASS e da Bankitalia.

Intorno alle 11:25 a Piazza Affari il titolo guadagna l’1,3% a 17,67 euro, un andamento in linea con l’indice di settore (+1,4%).