Trevi ha chiuso il primo semestre con ricavi in calo del 9% a 216,5 milioni.
Il portafoglio ordini al 30 giugno 2021 è pari a 429 milioni (+35% rispetto a fine 2020), di cui 373 milioni per la divisione Trevi e 56 milioni per la divisone Soilmec.
L’Ebitda adjusted si attesta a 20 milioni, in calo del 42%, mentre l’Ebit è negativo per 4,5 milioni (positivo per 7,2 milioni nel 1H20).
Il risultato netto di pertinenza del Gruppo è negativo per 29,3 milioni, rispetto a 251 milioni al 30 giugno 2020 quando aveva beneficiato di circa 280 milioni quali effetti complessivi della ripatrimonializzazione e della ristrutturazione dell’indebitamento del maggio 2020.
L’indebitamento finanziario netto scende al 30 giugno 2021 a 263 milioni, rispetto ai 269 milioni a fine 2020.
Si ricorda che lo scorso 24 febbraio Trevi aveva avviato con le banche finanziatrici del gruppo le interlocuzioni per individuare delle modifiche agli accordi in essere che si rendevano necessarie per fare fronte al prevedibile mancato rispetto di uno dei parametri finanziari stabiliti nell’Accordo di Ristrutturazione sottoscritto il 5 agosto 2019. Successivamente il Cda aveva approvato la sottoscrizione dell’accordo di moratoria e standstill con le banche finanziatrici.
Inoltre, lo scorso 23 aprile il Cda ha approvato il piano industriale 2021-2024 aggiornato al fine di tenere conto del rallentamento registrato nell’esercizio 2020 e delle prospettive del Gruppo nell’attuale contesto di mercato fortemente condizionato dagli effetti della diffusione della pandemia.
Per quanto riguarda il proseguo del 2021, sono attesi ricavi compresi tra 490 e 510 milioni e un Ebitda compreso tra 47 e 52 milioni. Il portafoglio ordini a fine anno è previsto in aumento rispetto al valore del 1H21.