Intesa Sanpaolo assegna a Labomar il rating “hold” (precedente “add”) e alza il target price a 11,8 euro (precedente 10,9 euro).
Nel primo semestre 2021 il gruppo ha riportato ricavi pari a 30,5 milioni, con un calo del 7,5% su base annua.
L’EBITDA si è attestato a 4,5 milioni (-42,7%). Su base adjusted è stato pari a 4 milioni (-49,1%), con un’incidenza del 12,9%, e considera come non ricorrente il contributo PMI per la quotazione su AIM per 0,5 milioni.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 2,9 milioni (-19,4%). Su base adjusted è stato pari a 2,1 milioni (-41,5%) e considera come non ricorrenti sia il contributo PMI per la quotazione AIM, che l’effetto dell’accordo transattivo ImporfFab per 0,53 milioni, al netto dei relativi effetti fiscali per 0,28 milioni.
Gli analisti ritengono che “Labomar abbia prontamente reagito agli effetti negativi della pandemia, riorientando la propria attività produttiva verso nuove/diverse aree terapeutiche a scapito di alcune inefficienze produttive e di una più complessa gestione della filiera”.
Si aspettano che “l’impatto di maggiori costi delle materie prime e della fornitura
le interruzioni gestionali non scompariranno presto, ma solo gradualmente, nella misura in cui il nuovo contratto con i clienti consentirà a Labomar di aumentare i prezzi di vendita e la normalizzazione del contesto aziendale per ridurre le inefficienze produttive”.
Gli analisti aggiornano “le previsioni 2021-23 per tenere conto del consolidamento di Welcare dal 1 luglio 2021 e di una ripresa dalla pandemia più graduale di quanto precedentemente previsto, soprattutto per la redditività operativa consolidata”.
Essi evidenziano inoltre che “tutti i principali progetti di crescita strategica stanno procedendo, inclusa l’integrazione ImportFab, che dovrebbe accelerare dal 2H21 e che le attuali previsioni non includono alcun impatto dal potenziale sviluppo di Labomar Next”.