Mercati – Incertezza su economia e prossime mosse banche centrali, Milano chiude a -0,1%

Chiusura incerta per le borse europee, che risalgono lievemente nel finale in scia al miglioramento di Wall Street. A Piazza Affari il Ftse Mib termina sostanzialmente invariato (-0,05% a 26.875 punti), poco mosso come il Dax di Francoforte (flat) e il Ftse 100 di Londra (-0,2%), mentre il Cac 40 di Parigi avanza dello 0,4% e l’Ibex 35 di Madrid dello 0,3%. In ordine sparso Dow Jones (+0,1%), S&P500 (-0,1%) e Nasdaq (-0,2%), con quest’ultimo che contiene la perdita dopo un avvio appesantito da Apple e Amazon.

Focus sull’agenda macroeconomica, con i dati preliminari di ottobre sui prezzi al consumo dell’eurozona in accelerazione al 4,1% annuo. Cresce oltre le attese, invece, il Pil della zona euro (prima lettura preliminare del terzo trimestre) che evidenzia un incremento congiunturale del 2,2% e un aumento tendenziale del 3,7%.

Numeri che avvicinano una possibile svolta restrittiva della Bce rispetto all’attuale politica monetaria accomodante, all’indomani della riunione dell’Eurotower e delle parole di Christine Lagarde, che non ha completamente dissipato le ipotesi di un rialzo dei tassi già da ottobre 2022.

Nel frattempo, gli operatori continuano a monitorare l’andamento delle trimestrali, sia in Europa sia negli Usa, dove Apple e Amazon hanno riportato conti sotto le attese, gettando dubbi anche sull’andamento delle vendite nel periodo natalizio in arrivo.

Bene il dato sul Pil del terzo trimestre dell’Italia (+2,6% trimestrale e +3,8% annuo, sopra le attese), con l’Istat che vede una variazione acquisita pari al 6,1% per il 2021. Sotto le attese, invece, la crescita della Germania (+1,8% t/t e +2,5% a/a). In Italia, l’inflazione in Italia segna un +0,8% mensile e un +3,1% annuo a ottobre.

Da segnalare l’avvio del G20 a Roma, con l’importante assenza del leader cinese Xi Jinping.

Sul Forex l’euro/dollaro ritraccia a 1,155, mentre il cambio tra biglietto verde e yen risale a 114.

Tra le materie prime, viaggiano in lieve ribasso le quotazioni del greggio con il Brent (-0,2%) a 83,5 dollari e il Wti (-0,1%) a 82,7 dollari.

Le aspettative di un aumento del costo del denaro stanno mettendo sotto pressione l’obbligazionario, con l’inversione della curva dei Treasuries tra la scadenza ventennale e quella trentennale. Il differenziale tra Btp e Bund si amplia di circa 9 punti base a 127 bp. Il rendimento del decennale italiano sale all’1,17%, in scia all’incertezza sulle prossime mosse della Bce. Il tutto, in attesa dell’aggiornamento del rating sull’Italia da parte di Dbrs, attualmente BBB high con outlook negativo.

Tornando a Piazza Affari, tra le big cap avanzano Recordati (+2,4%) ed Eni (+2,0%), quest’ultima dopo i risultati. Arretrano Banco Bpm (-7,3%) e Bper (-6,4%). Secondo alcuni operatori, con l’abbassamento degli incentivi alle fusioni bancarie introdotte con la Legge di Bilancio 2022 approvata ieri dal Governo le operazioni di M&A perderebbero appeal. Questo avrebbe fatto scattare i realizzi sui due titoli, anche se alcuni ritengono che il calo sia eccessivo.