Carige – All’esame del FITD l’offerta non vincolante di Bper

Oggi si dovrebbe tenere il consiglio del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) per un primo esame dell’offerta non vincolante arrivata da Bper per rilevare l’88,3% del capitale di Carige, di cui l’80% in mano allo stesso fondo e l’8,3% in capo a Cassa Centrale Banca. La proposta di Bper prevede poi il lancio di un’Opa sul restante 11,7% del capitale a 0,80 euro per azione.

L’offerta prevede tempistiche e condizioni stringenti. L’offerta verrà meno qualora il FITD, entro il prossimo 20 dicembre, non conceda a Bper un periodo di esclusiva nonché, ulteriormente, ove le parti non sottoscrivano, entro il prossimo 31 dicembre 2021, un Memorandum of Understanding vincolante (MoU).

Il MoU, oltre ai termini puntuali dell’operazione, prevedrà l’obbligo delle parti di sottoscrivere un contratto definitivo di acquisizione entro il 31 gennaio 2022.

Bper ha richiesto, prima del closing, un versamento in conto capitale da parte del FITD di un importo pari a 1 miliardo in Carige funzionale a dotare quest’ultima delle risorse necessarie alla copertura, tra l’altro: degli oneri di integrazione di Carige in Bper, delle azioni di de-risking sull’intero portafoglio crediti (circa 600 milioni di Nper, mantenendo livelli di dotazione patrimoniale in linea con quelli richiesti dal mercato e comunque non inferiori a quelli attuali di Bper, e degli oneri potenzialmente derivanti dalla risoluzione anticipata di taluni accordi commerciali e operativi (tra cui quelli con Amissima e Creditis).

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, le condizioni stringenti richieste sa Bper hanno colto di sorpresa alcune banche, soprattutto quelle minori. Tra gli aspetti da valutare, resta da capire cosa ne sarà del bond subordinato Tier2 da 200 milioni collocato a metà tra le banche aderenti a CCB e istituzionali.

Al momento non si vedono valide alternative alla soluzione Bper per la definitiva messa in sicurezza di Carige e tra gli istituti con un peso specifico maggiore all’interno del FITD, aggiunge il giornale, c’è la consapevolezza che la proposta della banca modenese sia oggi l’unica disponibile.

L’operazione consentirebbe di dare una prospettiva industriale all’istituto ligure e di andare anche incontro alle richieste della BCE, che ha chiesto una ricapitalizzazione da 400 milioni da realizzare nel 2022. Inoltre, con il deal lo stesso FITD si libererebbe di una partecipazione che non rientra dell’ambito del suo mandato.

Secondo indiscrezione riportate da Il Messaggero, il miliardo richiesto al FITD servirebbe per 450-500 milioni per alzare il CET1 di Carige dal 9,50% al 13,62% e altri 500 milioni per fronteggiare 600-700 esuberi, oltre a permettere l’internazionalizzazione delle società prodotto (assicurazioni, informatica e credito al consumo) e ripulire l’attivo.

Secondo quanto riporta MF, ieri c’è stato un cda di Carige, già programmato per fare il punto sullo situazione della messa in sicurezza e del rilancio della banca, nel corso del quale ci sarebbe stato un iniziale scambio di opinioni sulla proposta arrivata da Bper.

Intorno alle 10:10 a Piazza Affari le azioni Carige guadagnano lo 0,2% a 0,76 euro, mentre i titoli Bper salgono dello 0,4% a 1,87 euro. L’indice di settore segna un rialzo dell’1,2 per cento.