Mercati asiatici – Prevalgono le vendite, giù Cina e Hong Kong, resiste il Giappone

Seduta all’insegna delle vendite per i principali listini asiatici, trascinati dai titoli tecnologici che hanno fatto eco a un calo simile nel settore a Wall Street.

L’indice delle azioni tecnologiche di Hong Kong è sceso ai minimi da maggio 2020 poiché le aziende sostenute da Tencent Holdings Ltd. sono state sotto pressione dopo che il colosso tecnologico ha ridotto gli investimenti nel settore a causa della repressione normativa di Pechino.

La Cyber Administration of China (Cac), il regolatore cinese del cyberspazio, avrebbe comunicato infatti che dal prossimo 15 febbraio implementerà nuove regole di sicurezza informatica in base alla quale le big tech saranno sottoposte a un rigido controllo prima di quotare le loro azioni su altri mercati per verificare potenziali rischi alla sicurezza nazionale.

Inoltre la Cac avrebbe comunicato che dal 1° marzo saranno implementate anche nuove regole, proposte lo scorso agosto, che disciplinano l’uso della tecnologia degli algoritmi di raccomandazione personalizzata.

Nel frattempo, la Corea del Nord sembra aver lanciato il suo primo missile balistico in circa due mesi, pochi giorni dopo che il leader Kim Jong Un ha indicato che il ritorno ai colloqui sul nucleare in stallo con gli Stati Uniti era una priorità bassa per lui nel prossimo anno.

Continuano le preoccupazioni per il COVID-19, poiché i rapporti sull’omicron più contagioso continuano a crescere nella regione.

In Giappone, molte persone non stanno ascoltando gli avvertimenti per prendere precauzioni. A Tokyo sono appena iniziate le vaccinazioni di richiamo. Il primo ministro Fumio Kishida ha promesso di accelerarle, a cominciare dai medici.

“La regione potrebbe continuare a vedere un aumento della diffusione del virus omicron, ma i recenti PMI manifatturieri sembrano reggere per ora. Il rischio potrebbe risiedere in eventuali ulteriori misure di restrizione, che potrebbero offuscare le prospettive del settore dei servizi, insieme all’interruzione delle catene di approvvigionamento”, ha affermato Yeap Jun Rong, stratega di mercato presso IG a Singapore.

Oltreoceano, i dati sugli stipendi di dicembre degli Stati Uniti e i verbali della riunione della Fed del mese scorso potrebbero gettare più luce questa settimana sul potenziale ritmo degli aumenti dei tassi. Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha affermato di sostenere due aumenti dei tassi quest’anno per contrastare i rischi posti dall’inflazione.

Inoltre, il mercato del lavoro sarà al centro dell’attenzione per gli investitori, a partire dal rapporto sull’occupazione del Dipartimento del Lavoro di dicembre, che sarà pubblicato venerdì.

Sul Forex, il cambio euro/dollaro si muove a 1,130 e il dollaro yen a 115,98. Tra le materie prime, petrolio in leggera flessione con il Brent (-0,1%) a 79,90 dollari al barile e il Wti (-0,1%) a 76,88 dollari al barile, dopo gli acquisti di ieri in scia alla notizia che l’OPEC e i paesi alleati produttori di petrolio intendono attenersi alla loro road map per ripristinare lentamente i tagli alla produzione effettuati durante la pandemia, inclusa l’aggiunta di 400.000 barili al giorno a febbraio. Oro a 1.814 dollari l’oncia (0,0%).

Tornando ai listini asiatici, in Cina Shanghai e Shenzhen cedono rispettivamente l’1% e l’1,7%. Hong Kong a -1,3%.

In Giappone il Nikkei e il Topix resistono a +0,1% e +0,4%.

Il tutto dopo le seguenti chiusure di ieri a Wall Street: Dow Jones (+0,6%), S&PP500 (-0,1%), Nasdaq (-1,3%).