Mps – In attesa delle prime mosse del neo Ceo Lovaglio, focus sulla ricapitalizzazione

In attesa che Luigi Lovaglio, arrivato al timone di Mps da poco più di una settimana, cominci a mettere mano al nuovo piano industriale, l’attenzione del mercato è tornata a concentrarsi sulla ricapitalizzazione che la banca senese dovrà effettuare entro il 2022.

Ieri rumor riportati da Bloomberg hanno riferito della potenziale necessità di un aumento di capitale da 3,5 miliardi, rispetto alla stima, pari a 2,5 miliardi, prevista nel piano industriale al 2026 approvato dal cda a dicembre 2021, con l’ex Ad Guido Bastianini alla guida.

Il miliardo sarebbe visto dal Tesoro, primo azionista della banca con il 64,2% del capitale, come necessario per rispettare i requisiti di capitale specifici per la banca fissati dalla BCE, ha aggiunto l’agenzia.

Il numero tuttavia non ha trovato conferma da parte di Mps, che nella serata di ieri ha smentito le indiscrezioni.

L’istituto toscano, “con riferimento a notizie di stampa relative ad un potenziale aumento di capitale di dell’importo di 3,5 miliardi, precisa che si tratta di indiscrezioni che non trovano alcun fondamento in iniziative avviate dalla banca”, si legge in una nota.

Tuttavia, come riportato da Il Sole 24 Ore, un quadro più chiaro sull’ammontare necessario lo si potrà avere solo nei prossimo mesi, quando il nuovo piano industriale avrà il via libera della BCE, con un’idea precisa del deficit patrimoniale definitivo.

Quindi allo stato attuale si tratta di valutazioni premature, in attesa che il neo Ad Lovaglio inizi a lavorare sul nuovo piano strategico, da cui poi dipenderanno anche i negoziati con la Commissione Europea per la proroga della presenza pubblica nel capitale, e con la stessa BCE per stabilire le condizione della ricapitalizzazione che, aggiunge il giornale, dovrà essere finalizzata a condizioni di mercato e, in base a quanto auspicato dal MEF, in grado di favorire l’ingresso di nuovi potenziale investitori nel capitale.

Il ministro del Tesoro, Daniele Franco, lo scorso 4 agosto (quando erano in corso le trattative con UniCredit) aveva parlato dell’eventualità che l’ammontare dell’aumento di capitale per rafforzare la base patrimoniale poteva essere ben superiore rispetto a quello previsto nel piano 2021-25 (approvato a dicembre 2020, sempre con Bastianini al timone), pari a 2-2,5 miliardi in caso di prosecuzione su base stand alone.

“L’esito dello stress test per Mps conferma l’esigenza di un rafforzamento strutturale di grande portata”, aveva aggiunto lo stesso Franco sempre in agosto.

Nello stabile l’esatto ammontare del fabbisogno finale bisognerà tenere anche conto degli oneri che la banca dovrà sostenere per la ristrutturazione e, nello specifico, per fare fronte agli esuberi della banca e ridurre significativamente il cost/income ratio dal 71% attuale circa.

L’aumento di capitale potrebbe vedere la luce nell’ultimo trimestre 2022, secondo Il Sole 24 Ore.

Intorno alle 11:55 a Piazza Affari il titolo cede il 3% a 1 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno l’1,6 per cento.